Domenica 11 dicembre, le donne di “Se non ora quando?” sono tornate in piazza per ribadire la necessità di una forte e autonoma presenza femminile sulla scena pubblica italiana. Italianieuropei ha aderito a questa iniziativa e vuole offrire un contributo al dibattito riproponendo alcuni spunti e riflessioni pubblicati sugli ultimi numeri della rivista.
In Italia, come nel resto dell’Europa, è ancora evidente una disparità di genere che confina le donne a ruoli di secondo piano, sia nel mercato del lavoro che nel mondo scientifico e dell’innovazione. Occorrono proposte concrete per incrementare e migliorare l’occupazione femminile; forse, come sostiene Viviane Reding, se avessimo avuto più “Lehman Sisters” non avremmo assistito a una crisi finanziaria globale.
Domenica 13 è accaduto qualcosa che in Italia non si era mai visto. Mai infatti era accaduto che contemporaneamente si riempissero le piazze di 220 città grandi, piccole, medie, da Nord a Sud e che in 32 capitali o metropoli del mondo manifestassero le comunità italiane. Ma è ancora più notevole che questa grande mobilitazione popolare, ripeto popolare, sia stata ispirata e diretta da donne. | di Francesca Izzo
La lettera pubblica di suor Rita Giaretta contiene parole che forse meglio di altre si prestano a rappresentare uno slogan potente del movimento di indignazione della società civile seguito alle sconcertanti vicende sul giro di escort e ricatti in cui è coinvolto Silvio Berlusconi. Un movimento che si ritroverà domenica prossima nelle piazze d’Italia. | di Elisabetta Ambrosi
La mobilitazione del 13 febbraio che chiama nelle piazze di almeno sessanta città di tutta Italia le donne di ogni età e provenienza, di diverse convinzioni politiche e collocazione sociale, e invita anche gli uomini che ne capiscano il senso e la complessità, non ha “mandanti” o burattinai e soprattutto ha come scopo fondamentale quello di imporre il rispetto per le donne. | di Maria Serena Sapegno
A me non spaventa, né crea riprovazione morale chi usa con disinvoltura il proprio corpo, chi lo adopera come strumento per raggiungere obiettivi personali, quali che siano, o chi lo vende nella convinzione che un abuso degradante della propria persona non intacchi le parti più nobili dell’individuo: il cervello o, per i più metafisici, l’anima. | di Marco Balzano
Si potrebbe partire da Garibaldi, come di prammatica. Per gettare luce sul presente, scrutare le mille facce di quell’eroica spedizione, in bilico tra messaggi di libertà e rivolte contadine soffocate nel sangue, tra slancio unitario e dono di terre colonizzate a un re sabaudo. O fare un salto di un altro centinaio d’anni, per interrogarsi su una spedizione un po’ più vicina, che nel 1972 fece scendere a Reggio Calabria i lavoratori di tutta Italia, a gridare «Nord, Sud, uniti nella lotta». | di Chiara Ingrao