Ronny Mazzocchi

Ronny Mazzocchi

economista, lavora presso il Parlamento europeo.

La governance economica europea: un pendolo tornato alla posizione di partenza

La legislatura europea che si avvia alla conclusione passerà probabilmente alla storia come quella in cui la gestione delle emergenze ha finito per prendere il sopravvento su molte delle priorità politiche che si erano inizialmente individuate. L’esplosione improvvisa della pandemia di COVID e poi la guerra in Ucraina hanno costretto le istituzioni comunitarie a fronteggiare sfide inimmaginabili, mostrando però una straordinaria capacità di reazione e una inaspettata volontà politica che hanno finito per mettere in discussione vecchi tabù e incrinare antichi veti.

Flessibilità

Sebbene da ormai parecchi anni la flessibilità sia diventata un elemento centrale nei dibattiti economici e politici, non esiste ancora una definizione chiara e univoca di questo termine. Sotto il suo nome si nasconde infatti una gamma estremamente vasta ed eterogenea di concetti e soluzioni che dipendono dagli attori coinvolti e dal contesto in cui essi si collocano. Storicamente la parola “flessibilità” è entrata nel lessico inglese intorno alla metà del Quattrocento. Essa veniva inizialmente utilizzata per indicare il movimento dei rami di un albero che, pur essendo piegati dal vento, erano capaci di tornare alla posizione di partenza. In tale accezione la parola veniva utilizzata sia per descrivere la capacità dell’albero di resistere alle forze del vento sia per rappresentare la sua abilità nel tornare alla situazione precedente.

Luci e ombre delle raccomandazioni UE all’Italia

La Commissione europea, il 2 giugno scorso, ha presentato le sue raccomandazioni di politica economica all’Italia. Tra qualche elogio e qualche voto negativo, emerge l’incoerenza delle posizioni della Commissione che chiede riforme strutturali, ma non concede le risorse necessarie ad attuarle.

Germania: CDU e SPD trovano l’accordo, ma l’Europa rimane al palo

La CDU di Angela Merkel e la SPD di Sigmar Gabriel hanno sottoscritto, dopo due mesi di trattative serrate, il programma che definirà il lavoro del nuovo governo nero-rosso per i prossimi quattro anni. Sul piano della politica interna si segnalano provvedimenti di rilievo. Ma sul piano della politica europea il nuovo governo di Berlino si muoverà in stretta continuità con quello uscente.

Crescita trainata dalle esportazioni vs. crescita trainata dai salari. L’alternativa progressista

L’aumento delle diseguaglianze è fra le principali cause della crisi economica, eppure l’idea che continua a prevalere in Europa, ispirando le attuali politiche di austerità, è che la contrazione dei salari costituisca una condizione necessaria della crescita. I risultati di questa strategia sono noti: recessione e disoccupazione alle stelle. La sfida per i progressisti europei è promuovere politiche di pre-distribution e di crescita trainata dai salari in un quadro di cooperazione a livello dell’Unione.

Procedura di infrazione. Non facciamoci illusioni

Il 29 maggio scorso la Commissione europea ha formalizzato l’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. Un traguardo importante per il nostro paese. Eppure non è il caso di farsi troppe illusioni, perché a Bruxelles la dottrina dell’austerità non è ancora stata messa in discussione.

Tassare le transazioni finanziarie non è più un tabù

L’autorizzazione concessa dall’Ecofin del 22 gennaio scorso all’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, pur essendo un’iniziativa apprezzabile in sé, rischia, se rimarrà il solo provvedimento in tal senso, di mancare l’obiettivo del contrasto all’eccesso di rischiosità nella speculazione finanziaria. È necessario che essa diventi invece il primo passo nel più ampio processo di revisione dell’architettura istituzionale che regola i sistemi monetari e finanziari internazionali.

L'Italia dei buoni e dei cattivi. Recensione a B. Emmott, Good Italy, Bad Italy

Il bipolarismo morale e antropologico che ha fatto a lungo tendenza, soprattutto negli ambienti del cosiddetto “ceto medio rifl essivo” e dell’autobattezzatasi “società civile”, ha trovato di recente una insperata riscoperta nell’ultimo libro di Bill Emmott, ex direttore dell’“Economist” e navigato commentatore di importanti giornali e riviste internazionali.

Solidarietà per la Grecia

La drammatica situazione greca, dovuta in parte all’irresponsabilità della sua classe politica ma imputabile anche alle deficienze della costruzione europea così come portata avanti finora, diventa ogni giorno più grave e rischia di sfociare nell’abbandono dell’euro da parte di Atene. Per salvare la Grecia e, di conseguenza, l’intero progetto europeo, bisognerebbe non solo porre fine all’umiliazione politica ed economica di un intero popolo per recuperare gli storici valori europei della fratellanza e della solidarietà, ma, finalmente e definitivamente, rigettare quella forma di “populismo liberista” fondato sullo stereotipo che vede il cittadino medio dell’Europa meridionale come pigro e irresponsabile a fronte di quelli dei paesi del Nord, seri e laboriosi.

Meno diseguaglianze per promuovere e sostenere la crescita

Le diseguaglianze nella redistribuzione dei redditi si sono notevolmente accentuate a partire dagli anni Novanta, con una rapidità che a prima vista può sorprendere. Eppure, la ripartizione arbitraria e iniqua della ricchezza è diretta conseguenza di scelte politiche poco attente, sostenute da una lunga egemonia del pensiero liberista e da un diffuso atteggiamento pro-mercato. Il rilancio della crescita però, soprattutto in tempo di crisi, non può più prescindere dalla riduzione delle diseguaglianze.

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