Invecchiare e rimanere attivi. Una promessa o una minaccia

Di Laura Bazzicalupo Martedì 28 Maggio 2013 16:20 Stampa

La nostra società vive il paradosso di valorizzare la vecchiaia nel segno della sua capacità attiva e di svalutare al contempo i giovani,
che non riescono più ad accedere ai posti di lavoro e ai centri decisionali. Eppure questo tipo di approccio, evidentemente biopolitico
perché considera gli anziani solo dal punto di vista biologico, trascura le specificità di ogni individuo e nasconde una logica economica
di ottimizzazione e problem solving che penalizza chi non riesce a mantenersi dinamico e giovanile. L’invecchiamento attivo è
senz’altro positivo se serve a superare la passività propria del vecchio welfare burocratizzato, ma coglie nel segno solo laddove spinga l’anziano all’autodeterminazione e all’inventiva e non a corrispondere a un’immagine tanto stereotipata quanto fasulla di riuscita, salute ed efficienza a tutti i costi.

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