insegna Storia dell’America Latina all’Università di Bologna.
Che cosa vede la sinistra europea nell’America Latina? Soprattutto quella “redentiva”, che ha sempre avuto un debole per il continente latinoamericano, al punto da erigerlo a mito da compatire e redimere, da sedurre e poi abbandonare, ma anche quella riformista, che nella democrazia liberale e nel mercato crede, seppure cerchi di rendere più inclusiva la prima e di governare il secondo. Per entrambe l’America Latina è un folclorico calderone rivoluzionario, privo di tradizione democratica. Sarebbe ora che l’intera sinistra facesse un serio sforzo per riconsiderare e superare i sogni, le utopie e i miti latinoamericani.
Il populismo e i movimenti politici che ad esso si richiamano sono di destra o di sinistra? Una risposta a questo interrogativo presupporrebbe una più chiara definizione del concetto stesso di populismo, che rimane invece ancora assai ambiguo. Alcuni elementi per disegnare meglio i caratteri essenziali del fenomeno possono essere rintracciati nel modo in cui esso è stato declinato in Brasile e in Argentina.
Parola, fenomeno, concetto, il populismo va e viene, scompare di tanto in tanto dalla scena della storia per ricomparire dove e quando non te l’aspetti. Sarà che è un termometro, un grezzo strumento lessicale che misura la temperatura della democrazia e suole indicarne l’allarmante ascesa. Di tale infermità è a sua volta causa, ma è perlopiù e dapprima sintomo.