Carlo Ossola

Carlo Ossola

Membro del Comitato Scientifico della Fondazione Italianieuropei, insegna Letterature moderne dell’Europa neolatina al Collège de France di Parigi.

Altre Rome verranno

«Altre Rome verranno, delle quali non immagino il volto, ma che avrò contribuito a formare. Quando visitavo le città più antiche, sante, ma ormai estinte, senza valore presente per il consorzio umano, mi promisi sempre che avrei evitato alla mia Roma quel destino pietrificato d’una Tebe, d’una Babilonia, o di una Tiro. Essa sarebbe sfuggita al suo corpo di pietra; essa si sarebbe composta della parola Stato, della parola cittadinanza, della parola repubblica, insomma di una più sicura immortalità. […] Roma si perpetuerà nella più modesta città ove dei magistrati si diano cura di verificare i pesi dei mercanti, di pulire e illuminare le strade, di opporsi al disordine, all’incuria, alla paura, all’ingiustizia; di reinterpretare con ragionevolezza le leggi. Roma non finirà che con l’ultima città degli uomini».

«La più grande rivoluzione». Cristianesimo e Europa

Nel Novecento ci furono generazioni di intellettuali che dal­la storicità di un pensiero laico videro nel cristianesimo una risorsa dell’Europa. Perché oggi quella lezione sembra co­sì remota? Perché il cristianesimo è “imbarazzante” nelle molteplici radici d’Europa ed essa, a sua volta, si forma per rimozione, cancellazione, rasura di ogni tratto distintivo (dal credere cristiano al velo islamico)?

Della pubblica felicità, oggi

La “pubblica felicità” ha avuto sin dall’Ottocento molti alfieri che sostenevano un nesso fra benessere, educazione e lavoro. La promozione sociale attraverso il merito, il lavoro e il contributo al bene di tutti sono principi semplici ma che sembrano essere venuti meno. Oggi l’Italia ha un sistema scolastico fra i più scadenti dell’Unione europea e la mortalità sul luogo di lavoro ha raggiunto tassi preoccupanti. Ma soprattutto sembra che il ruolo dei “mediatori” dell’educazione e del diritto si sia esaurito per essere
rimpiazzato dalla “presa diretta”.