Futuro digitale. L’epidemia di Coronavirus e il lockdown dei mesi scorsi hanno rivelato non solo quanto le tecnologie digitali siano già presenti nella nostra quotidianità, ma anche le tante potenzialità insite in un loro più efficace e consapevole utilizzo. I lunghi mesi di quarantena hanno però, allo stesso modo, messo in luce anche i tanti limiti e rischi ad esse connesse e l’esistenza di un ampio divario digitale sia di natura economico-sociale che infrastrutturale. Governare il futuro digitale che ci attende è una grande sfida a cui non bisogna sottrarsi.
La decisione dell’Unione europea di mobilitare 750 miliardi di euro per il Recovery Fund e di assegnarne ben 173 all’Italia rappresenta molto più di una speranza. Rappresenta una opportunità di cambiamento e di rinascita per il paese che non ci si può lasciar scappare. Ma, come è stato detto dai primi commentatori, dobbiamo essere pronti a usare bene questi fondi, elaborando un progetto di sviluppo che davvero coinvolga Nord, Centro e Sud, identificando aree territoriali, settori produttivi e infrastrutture materiali e immateriali sulle quali investire per una visione di lungo termine.
Uno degli aspetti più importanti emersi nel corso della pandemia di Covid-19 riguarda le reti di telecomunicazioni. Durante il lockdown, grazie alle reti, miliardi di persone in tutto il mondo sono riuscite a lavorare, studiare, fare acquisti e vedere i propri parenti all’interno delle loro case in piena sicurezza. Internet è ormai diventato il centro di tutte le nostre attività sociali, ricreative e lavorative, nonché il canale privilegiato per interagire con le pubbliche amministrazioni. Le telecomunicazioni hanno subito una rapida evoluzione negli ultimi trent’anni e oggi siamo alla vigilia del prossimo stadio evolutivo delle reti: il sistema 5G.
La Saccheria Franceschetti di Provaglio d’Iseo è una classica storia di made in Italy: inizia 80 anni fa producendo sacchi da vecchi tessuti, oggi conta una cinquantina di addetti e 20 milioni di fatturato ed è il terzo distributore di imballaggi flessibili in Europa. Ciò che la differenzia dalla gran parte delle PMI italiane è la scelta, decisamente precoce, di investire in innovazione. Già nel 2017 ha iniziato ad adottare soluzioni di intelligenza artificiale (IA), in particolare per la gestione del magazzino, e oggi tutto il processo dall’ingresso delle merci fino alla consegna è automatizzato e monitorato, riducendo al minimo il rischio di errori.
La recente diffusione delle nuove tecnologie come il 5G, l’Internet of Things (IoT), il machine learning e l’intelligenza artificiale (IA) e lo spostamento dei conflitti dal terreno fisico a quello digitale costituiscono due premesse fondamentali per comprendere a fondo le sfide della sicurezza a livello nazionale e globale. Lo spazio cibernetico spinge, infatti, a ripensare il concetto di confine nonché quello di difesa, aprendo nuove prospettive alla ricerca tecnologica, su cui incidono, oggi più che mai, implicazioni di natura geopolitica.