Pier Virgilio Dastoli è presidente del CIME (Consiglio italiano del movimento europeo).
Paolo Soldini giornalista.
Le previsioni economiche, talvolta, hanno la stessa durezza dei fatti. In termini di PIL, oggi l’Italia è all’ottavo posto nel mondo e l’Unione europea è al secondo, dopo gli Stati Uniti e prima della Cina. Tra undici anni, nel 2030, l’Italia sarà sparita dall’elenco dei primi otto e l’UE sarà scesa al terzo posto, preceduta, nell’ordine, da Cina e USA. Nel 2050 l’Unione sarà al quarto posto, superata anche dall’India, e per trovare l’Italia bisognerà scendere di molti posti nella classifica. Dei paesi europei, solo la Germania figurerà ancora tra gli otto più ricchi (in termini di PIL) del mondo, ma sarà al settimo posto, incalzata dal Messico. Sarebbe davvero necessario che queste cifre entrassero, oltre che nel dibattito politico, anche nel senso comune. Lo spirito del tempo che considera l’Europa una zavorra da cui liberarsi e una matrigna che impone solo sacrifici dovrebbe essere costretto a misurarsi con i fatti.