Finalmente in larghi settori dell’opinione pubblica cresce la consapevolezza che il nostro futuro è indissolubilmente legato alla qualità ambientale del pianeta. Il consenso riscosso, in tutta Europa, dalla coraggiosa direttiva adottata a Bruxelles sulla plastica monouso segnala l’esistenza di un sostegno senza precedenti dei cittadini dell’Unione verso nuove e più ambiziose politiche ambientali. Le istituzioni europee e nazionali non hanno ormai più alibi. La indispensabile rivoluzione green che vogliamo urgentemente realizzare gode, adesso, del consenso della maggioranza degli europei. Un consenso che si rivela essere in crescita anche negli orientamenti delle forze produttive.
L’Unione europea, l’idea più bella del Novecento, è, come è noto, la storia di un sogno, nato nelle terre che hanno visto cadere milioni di vittime durante due guerre mondiali. È la storia di una straordinaria utopia, generata da un forte desiderio di pace e benessere dopo anni di disperazione, distruzioni e morte.
Dalla creazione, nel 1951, della Comunità europea del carbone e dell’acciaio sino alla nascita dell’euro, il processo di integrazione europea ha visto susseguirsi successi e sconfitte: un’altalena di vittorie, grandi speranze e cocenti delusioni; sogni e incubi.
Cara sinistra,
ti scrivo perché sono trascorsi ormai mesi dalla terribile sconfitta del 4 marzo e la tua reazione mi sembra assolutamente insoddisfacente, nettamente al di sotto delle necessità. Il Partito Democratico è sempre più diviso e senza una chiara prospettiva politica, Liberi e Uguali solo da poco sembra dare segnali di reazione, Potere al Popolo è felice del suo 1,13%. La prima regola d’ingaggio che mi sento di consigliarti è la modestia. Per circa sette anni abbiamo avuto la responsabilità di governare il paese. È davvero incredibile sentirti parlare come se in questo periodo avessimo fatto tutto bene, come se la responsabilità di una sconfitta senza precedenti fosse del popolo al quale sembri dire che non ha capito il tuo straordinario lavoro. E poi, per favore, lasciamo stare queste inutili polemiche da professorini su avverbi e congiuntivi che infastidiscono milioni di italiani.
Il problema della Xylella che ha colpito gli ulivi del Salento non è un problema solo pugliese o italiano, ma europeo. Ed è a livello europeo che vanno cercate soluzioni condivise, senza chiusure.
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Dove va l'Europa? | L'approssimarsi del voto per il rinnovo del Parlamento europeo impone una riflessione sulle proposte su cui i partiti e le famiglie politiche europee si confronteranno | Leggi tutto