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L’ultimo laboratorio: la democrazia tunisina alla prova

Il processo di nation building che la Tunisia ha avviato all’indomani della rivolta del 2011 è, indubbiamente, apparso più efficace e meno travagliato rispetto agli sviluppi, anche drammatici, verificatasi nella regione. Il cosiddetto “laboratorio Tunisia”, così com’è stato definito da molti analisti, è determinato dall’alternanza politica che il paese ha vissuto negli ultimi anni e dal traguardo raggiunto, nel gennaio 2014, dalla promulgazione della Costituzione, frutto di una mediazione nell’Assemblea nazionale costituente tra posizioni politiche distinte.

Transizione democratica in Tunisia: una partita ancora aperta

Il risultato delle elezioni dello scorso 26 ottobre in Tunisia ha clamorosamente smentito gran parte delle previsioni: da un lato si è registrato il netto successo del partito Nidaa Tounes, principale alternativa politica alla compagine islamista, dall’altro tra gli elettori tunisini vi è stata una inattesa affluenza alle urne. Una lettura di questo esito elettorale esclusivamente legata alla contrapposizione tra Islam politico e laicità finirebbe per oscurare le altre importanti questioni che hanno dominato la politica tunisina nel corso del suo processo di transizione democratica.

L’Islam politico alla prova del governo

Le prime elezioni politiche dopo la caduta dei regimi autoritari di Tunisia ed Egitto hanno portato alla ribalta esponenti dell’Islam politico, quali Ennahda e il partito Libertà e giustizia, braccio politico dei Fratelli Musulmani. Queste formazioni sono state premiate per la loro costante opposizione alle dittature, per il loro impegno sociale e per la loro capacità di parlare trasversalmente a classi sociali diverse. La transizione democratica in corso sarà il banco di prova della loro volontà e capacità di coniugare Islam e democrazia.

Tunisia ed Egitto: un nuovo ’89?

È ancora difficile fare previsioni sulla piega che prenderanno le manifestazioni che in questi giorni scuotono l’Egitto, ma è probabile che nulla torni ad essere com’era prima. Ciò nonostante l’Unione europea, ancora una volta, sembra incapace di assumere una posizione decisa e coraggiosa.


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