Una Rete Trans-Mediterranea dei Trasporti: le opportunità per l’Italia

Di Francesco Russo Venerdì 01 Agosto 2014 12:21 Stampa
Una Rete Trans-Mediterranea dei Trasporti: le opportunità per l’Italia Foto: Rodolfo Vargas

Tra la fine del 2014 e il 2016 si svolgeranno alcuni appuntamenti decisivi nel processo di ideazione e costruzione di una Rete Trans-Mediterranea dei Trasporti (TMN T). Nonostante l’Italia sia il primo paese per scambi commerciali nel Mediterraneo e, potenzialmente, il principale beneficiario di un potenziamento dei collegamenti nell’area, non sembra seguire in materia una strategia unitaria. È necessario cogliere le opportunità ancora all’orizzonte per non rischiare di perdere una partita fondamentale per lo sviluppo futuro del paese.


Il Mediterraneo, negli ultimi anni, ha riaffermato la sua posizione strategica con l’incremento delle relazioni tra i paesi delle sue due sponde e con la riacquisita centralità nelle relazioni fra l’Unione europea e il resto del mondo. Ad oggi, non esiste una rete per il trasporto nel Mediterraneo, ma solo una accozzaglia di rami e nodi, senza alcuna organizzazione a sistema.

 

La rete base dei trasporti UE e le estensioni

L’UE, a partire dal Trattato di Maastricht (1991), si è data come obiettivo centrale lo sviluppo di una rete comune tra i 15 paesi dell’Unione. Nello stesso 1991 si è svolta la Conferenza paneuropea di Praga per verificare le condizioni per estendere verso est i progetti intra-UE. A Creta (1994) sono stati identificati i corridoi extra-UE, e a Helsinky (1997) i corridoi (TINA) nei paesi dell’est finanziati dall’UE. In sei anni (1991-97) si è definito un nuovo gruppo di progetti di sviluppo verso est che è finanziato con risorse europee pur non essendo quei paesi, allora, parte integrante dell’UE. Verso sud il processo inizia solo nel 1995, a Barcellona; occorreranno dieci anni perché si svolga la prima Conferenza euromediterranea dei trasporti (Marrakech 2005) e altri 8 per la seconda (Bruxelles 2013), in cui finalmente si decide di realizzare una rete euromediterranea dei trasporti.

 

La rete dei trasporti del Mediterraneo diventa una realtà

Il 14 novembre 2013 si è svolta a Bruxelles la Conferenza sui trasporti nel Mediterraneo. Hanno partecipato i ministri dei trasporti di tutti i paesi che compongono l’Unione per il Mediterraneo (UfM), sotto la copresidenza dell’Unione europea e del Regno Hascemita di Giordania. Dell’UfM fanno parte i 28 paesi UE, la Commissione europea e 15 paesi della sponda sud del Mediterraneo. Nella dichiarazione finale di Bruxelles sono richiamati i passi svolti da Marrakech in avanti, nell’ambito del Processo di Barcellona. I ministri hanno affermato la necessità di un sistema di trasporto sicuro, sostenibile ed efficiente e il ruolo chiave che ha una rete dei trasporti euromediterranea integrata e multimodale, per rafforzare gli scambi tra gli Stati UE e i partner mediterranei e tra gli stessi partner mediterranei; l’importanza della cooperazione euromediterranea fondata sulla convergenza delle normative nelle varie modalità di trasporto e sull’esigenza di realizzare una Rete Trans-Mediterranea dei Trasporti (TMN T) che sia connessa alla rete europea dei trasporti (TEN T). I ministri hanno dato mandato al Forum Euro-Mediterraneo dei Trasporti di definire una mappa indicativa della rete TMN T, di identificare una lista di progetti prioritari nella TMN-T, insieme con le azioni rilevanti di supporto, e di esplorare gli scenari di possibili connessioni tra la rete TMN T e la rete TEN T.

 

Gli scambi attuali nel Mediterraneo

I ministri hanno richiamato l’importante cooperazione avuta con il gruppo dei paesi 5+5, il cui segretariato è gestito dal CETMO. I paesi della sponda nord sono: Francia, Italia, Malta, Portogallo, Spagna. I paesi della sponda sud sono: Algeria, Libia, Mali, Marocco, Tunisia. Richiamiamo alcuni dati CETMO relativi al 2010 – gli ultimi disponibili – che tengono già conto della crisi. Senza voler svolgere un’analisi sistematica dei flussi commerciali è possibile trarre alcuni dati di sintesi utili per capire l’impatto che ha sull’Italia la rete dei trasporti nel Mediterraneo. L’Italia acquista dai cinque paesi del sud merci per 23,4 miliardi di euro, e vende per 10,4; complessivamente, il volume degli scambi è quindi di 33,8 miliardi con una differenza, in rosso, di 13 miliardi. La Francia ha un volume complessivo di 27,4 miliardi, in pieno equilibrio tra acquisti e vendite. La Spagna ha un volume di 18 miliardi, il Portogallo di 2 miliardi, e Malta di 0,17. Inoltre, l’Italia, da sola, è destinataria del 50% delle merci acquistate dai 5 paesi del nord nei 5 paesi del sud. Da questi dati molto sintetici emerge che l’Italia è il primo paese per interscambi nel Mediterraneo, ed è il primo contribuente netto, a differenza degli altri paesi che hanno una bilancia commerciale in equilibrio, o muovono risorse modeste. Poiché i dati che si stanno considerando sono la traduzione in valore di merci, e non di servizi, è evidente che gli scambi si basano sulla qualità del sistema dei trasporti utilizzato, e le merci possono essere tanto più esportate (anche solo coprendo il rosso di cui sopra) quanto più la rete dei trasporti è efficiente ed efficace.

 

L’Italia e la programmazione della TMN T

Per la rete del Mediterraneo, sembra che in Italia non ci sia una strategia unitaria. Non è chiaro quali scelte decisionali si stiano assumendo e come l’Italia stia partecipando al dibattito internazionale in corso presso il Forum. La capacità di programmare lo sviluppo dei sistemi di trasporto è stata patrimonio dell’Italia, dalla ricostruzione ferroviaria dopo la seconda guerra mondiale sino al Piano generale dei trasporti e della logistica del 2001. Subito dopo la Legge obiettivo ha – di fatto – fermato la programmazione, dando al governo la possibilità di inserire infrastrutture a prescindere da una valutazione complessiva. Considerato che non si sta decidendo una strategia per l’interno del paese, non si può quindi avere una strategia per l’esterno e non si partecipa, con ruolo importante, alle decisioni relative a tutta l’UE e al Mediterraneo. Questo è particolarmente preoccupante stante il ruolo che hanno per l’Italia i trasporti nel Mediterraneo: dalle poche cifre sopra riportate, emerge che i trasporti nel Mediterraneo impegnano miliardi di euro ma evolvono senza una programmazione. A fronte degli altri paesi che trasportano e programmano i trasporti.

 

Le scadenze decisionali

Il processo a livello europeo sta andando avanti e, insieme alla rete TMN T, si sta lavorando al Piano di azione per i trasporti nel Mediterraneo. Il 10 dicembre 2014 si terrà in Italia la conferenza per il finanziamento delle reti del Mediterraneo TMN T. Non oltre il 2016 si svolgerà la Conferenza dei ministri dei Trasporti dei paesi del Mediterraneo, in cui si deciderà la rete TMN T. È in corso il semestre di presidenza italiana dell’UE, che ci dà l’opportunità di rilanciare la centralità del Mediterraneo, a partire dalla rete dei trasporti.

 


Foto: Rodolfo Vargas

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