Raffaele Bifulco

Raffaele Bifulco

insegna Istituzioni di diritto pubblico all’Università di Napoli “Parthenope”.

Le premesse comparate e i profili strutturali della riforma del bicameralismo

È auspicabile una riforma del bicameralismo italiano? La risposta positiva è strettamente connessa al a funzione di bilanciamento che le seconde came­re riescono a svolgere allorché il sistema dei partiti tende ad assumere forme asimmetriche (presentan­do cioè la progressiva formazione di partiti regiona­li). Dopo aver mostrato i fattori di ordine costituzio­nale condizionanti il funzionamento delle seconde camere, si evidenzia che sul processo di riforma in­fluisce in maniera decisiva la questione, tutta italia­na, della rappresentanza, nella seconda Camera, de­gli enti locali.

Il regionalismo tra processi federali e sistema dei partiti

Nella scelta italiana a favore dello Stato regionale e ora a favore del federalismo un ruolo determinante ha avuto il sistema politico. Nel nostro paese, infatti, il processo federale, svolto per dissociazione, è stato in gran parte governato o in qualche misura condizionato dai partiti. Negli anni Settanta e nel corso degli anni Novanta il sistema dei partiti ha utilizzato la “periferia” per rivitalizzare se stesso o, comunque, per “delocalizzare” la crisi che lo avvolgeva.

 

Stati territorialmente composti e partiti politici

La struttura costituzionale federale esercita un con­dizionamento sullo sviluppo del sistema dei partiti. All’interno degli Stati federali, quelli con più forte propensione alla cooperazione tra i livelli di gover­no presentano la maggiore simmetria del sistema partitico e la maggiore integrazione organizzativa dei partiti. L’assenza di una struttura costituzionale di tipo federale favorisce l’emersione di partiti re­gionali. In assenza di meccanismi che canalizzano al centro gli interessi territoriali regionali, questi ten­dono ad assumere la forma di partiti regionali.