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Che Eva colga di nuovo la mela

La crisi economica in cui siamo immersi ha già influito negativamente sulle abitudini alimentari e sugli stili di vita degli italiani, con possibili serie ripercussioni – purtroppo non ancora del tutto misurabili – sul loro stato di salute. A pagarne di più le spese potrebbero essere le donne delle fasce di popolazione più deboli, che mal alimentate e con abitudini poco salutari metterebbero a maggior rischio le loro future gravidanze e la salute dei loro figli. Mettere le donne in età fertile al centro dei programmi di educazione nutrizionale e delle politiche sanitarie potrà creare un argine agli effetti negativi della crisi: una garanzia per la salute delle generazioni future e un volano per la maggiore consapevolezza dell’importanza della buona alimentazione e di sani stili di vita. Le donne sono o possono diventare vere portatrici di salute.

 

La spending review dei consumatori italiani

La portata distruttiva della crisi economica in cui versano le famiglie e il paese è testimoniata, tra l’altro, dalla contrazione dei consumi alimentari e dal cambiamento delle abitudini degli italiani a tavola, che non si limita alla quantità e alla tipologia dei prodotti acquistati, ma coinvolge anche la loro qualità. Iniziative come la vendita diretta e i farmer’s market aiutano sicuramente i consumatori, ma da sole non bastano. Bisogna in primo luogo detassare le famiglie a reddito fisso per rilanciare la domanda. E serve un maggiore equilibrio tra le esigenze di bilancio e la crescita. Questo è il compito imprescindibile del nuovo governo se vuole lasciarsi alle spalle la crisi.

La crisi nel carrello

L’impoverimento progressivo che in Italia ha colpito soprattutto la classe media ha determinato un considerevole calo dei consumi e persino una forte riduzione della spesa per gli acquisti alimentari. Sono sempre più numerose le famiglie che, per far quadrare i conti, modificano radicalmente la loro dieta quotidiana, riducono gli sprechi, si orientano verso le private label, approfittano delle offerte commerciali, accompagnate nel cambiamento delle loro abitudini dagli orientamenti della grande distribuzione. Questi atteggiamenti virtuosi dettati dalla necessità non servono però a far ripartire i consumi, e quindi la crescita. Un alleggerimento
del carico fiscale sulle famiglie potrebbe invece essere utile a questo scopo.

Tra bread e spread. La nuova etica del consumo

La crisi economica, che ha profondamente modificato le abitudini, anche alimentari, degli italiani, sta determinando la nascita di una nuova etica del consumo all’insegna di sobrietà, frugalità, sostenibilità e leggerezza. Il low cost si è trasformato da necessità in virtù e si sono riscoperti i vantaggi di una dieta povera, come quella mediterranea, ma ricca di rimandi dalla forte valenza simbolica. E il rilancio di usi e costumi tipici dei nostri nonni passa per la rete, chiudendo un circuito, solo all’apparenza paradossale, che unisce passato e futuro.

Consumi e produzione alimentare in tempo di crisi

Al calo della produzione industriale e dei consumi, compresi quelli alimentari, corrisponde per converso una buona performance del settore agroalimentare italiano, che nonostante il nanismo strutturale del comparto e i pesanti ritardi logistici e organizzativi continua a conseguire risultati importantissimi, soprattutto in termini di esportazioni. Maggiore dovrebbe essere quindi l’attenzione di politici, media e commentatori economici per un settore che costituisce il primo comparto manifatturiero nazionale e presenta ancora considerevoli prospettive di crescita.

Arte contemporanea: il cibo come metafora

Dalla seconda metà del secolo scorso il cibo diviene mezzo espressivo di molti artisti, che lo usano come metafora della vita sociale. Si pensi alle opere precorritrici di Warhol, del gruppo Fluxus e di Beuys o, più recentemente, a quelle di Gonzalez-Torres, Tiravanija, Rakowitz e Mingwei, questi ultimi tre esposti nella recente mostra “Feast” tenutasi allo Smart Museum of Art dell’Università di Chicago.

Social food, foodies e altri fenomeni intorno al digital food

Il food è un fenomeno ampio e articolato, che sta attirando molti investimenti e l’attenzione di professionisti per lo sviluppo e l’applicazione di nuovi modelli e concetti di servizio. In questo scenario, il digitale ha un ruolo centrale nella condivisione dell’esperienza degli utenti, rafforzando il principio di social contenuto naturalmente nel food.

Cibo e nuove tecnologie

Nuove tecnologie come le biotecnologie vegetali e animali e le nanotecnologie destano enorme attenzione e interesse, non solo nel mondo scientifico. Nonostante la consapevolezza degli indiscutibili vantaggi di queste applicazioni, è importante analizzare con onestà intellettuale e spirito critico anche le possibili implicazioni del loro utilizzo sulla salute. È necessario approfondire tali tematiche alla luce delle più recenti evidenze scientifiche riguardanti la commercializzazione e il consumo di OGM e l’uso di nanoparticelle negli alimenti, considerando i nuovi approcci concettuali e metodologici allo studio dell’interazione tra alimenti e uomo.

Microfisiche del cibo fra edonismo e cultura

L’idea del cibo attiva contrapposizioni che vanno ormai superate, cercando di essere all’altezza di quel che si mangia. Il cibo è infatti
anche, e soprattutto, una pratica sociale. Eppure, nella nostra società degli sprechi, non si tiene conto del drammatico problema della fame e anzi si raffina sempre più – grazie alle moderne biotecnologie – quel che si mangia, al punto che si sta diffondendo un tipo di cucina estrema, molecolare, che ricerca l’essenza del cibo nelle sue particelle più infinitesimali.

La falsa dieta mediterranea degli italiani

Gli italiani mangiano male: hanno abbandonato quasi completamente il modello dell’alimentazione mediterranea, sono più grassi e più soggetti all’insorgenza delle patologie a carattere cronico-degenerativo, come il diabete, le malattie cardiovascolari e i tumori. Le campagne per l’adozione delle corrette abitudini alimentari non hanno portato negli ultimi anni a un miglioramento degli stili di vita, probabilmente anche a causa della forte crisi economica mondiale. Epigenetica ed etica possono offrire, però, nuove possibilità di intervento.

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