Rudi il più rosso

Written by Paolo Soldini Tuesday, 17 April 2018 16:42 Print

A Berlino c’è una Rudi-Dutschke-Straβe. È nel quartiere di Kreuzberg, vicino al vecchio confine segnato dal Muro, e fa angolo con la Axel-Springer-Straβe. Chiunque conosca un po’ la storia della Germania del dopoguerra e chiunque abbia qualche frequentazione della memoria del Sessantotto è in grado di apprezzare il valore simbolico di quella vicinanza. Non sappiamo se essa fu voluta consapevolmente dall’amministrazione di sinistra che prese la contestata decisione di accogliere Rudi il rosso nella toponomastica cittadina. Forse sì, forse fu un caso. Resta il fatto che quella topografia racconta due storie che si intrecciarono drammaticamente proprio lì, a due passi dal grattacielo che Axel Springer, l’editore, il capitalista d’assalto, il crociato della libertà occidentale contro comunisti e anarchici d’ogni bandiera, aveva fatto costruire a ridosso del Muro, cosicché ogni berlinese dell’Est alzandosi la mattina e andando a letto la sera vedesse che c’era e che cosa stava lì a rappresentare.

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