Stefano Rodotà, un giurista al di sopra delle classificazioni

Written by Franco Gallo Wednesday, 14 February 2018 12:16 Print

Ho conosciuto Stefano Rodotà negli anni Sessanta. Erano i tempi in cui frequentavamo i cosiddetti “liberali di sinistra” che collaboravano attivamente a “Il Mondo” di Mario Pannunzio e di Ernesto Rossi e si riunivano al ridotto dell’Eliseo insieme a Venerio Cattani, Leopoldo Piccardi, Eugenio Scalfari, Nicolò Carandini, il mio maestro Tullio Ascarelli e tanti altri politici, intellettuali e giuristi di estrazione non comunista. Abbiamo poi seguito percorsi diversi. Lui scriveva già su “Il Mondo” e si era dedicato al diritto civile privilegiando gli aspetti più prettamente costituzionali della materia. Sul piano dell’impegno politico, dopo una breve militanza nel vecchio Partito Radicale, aveva aderito al gruppo degli Indipendenti di sinistra entrando nel 1979 in Parlamento nelle liste del PCI insieme a molti di essi.

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