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Start up: il futuro dell’innovazione brained in Italy

Nel confronto con la realtà americana e con le migliori esperienze europee, le start up italiane mostrano risultati sorprendenti: un elevato grado di maturità e molte manifestazioni di interesse verso i progetti sviluppati. Tante però sono anche le difficoltà con cui devono fare i conti, soprattutto nella fase di exit.

Insegnare a imparare

L’elaborazione di politiche educative è un processo fondamentale per garantire la formazione di individui sereni e capaci. Nella recente riforma della scuola, e in particolare del corso di laurea che prepara i futuri insegnanti, a un maggiore peso delle materie scientifiche e tecniche nei programmi di insegnamento si accompagna una minore attenzione per lo sviluppo delle attitudini e delle potenzialità dei singoli alunni. Ma è davvero questa la scuola che il nostro paese vuole e di cui ha bisogno?

Schola semper reformanda?

Non è il momento di grandi riforme della scuola. È però necessario prestare attenzione ad alcuni problemi urgenti quali la valutazione degli apprendimenti, la formazione degli insegnanti e i rapporti tra scuola e università. Questioni di efficienza amministrativa che però devono ripartire da una direzione di senso che la politica deve indicare.

La sottovalutazione del sapere scientifico

Un’ipotesi di lavoro comune contro la sottovalutazione del sapere scientifico risiede in una formazione culturale equilibrata nei due versanti umanistico e scientifico. Purtroppo nella scuola si assiste sempre più frequentemente a una riduzione didattica dell’insegnamento delle discipline scientifiche, che in verità sono proprio quelle che, più di altre, indicano un percorso pedagogico di grande interesse per tutte le materie: lo studio come scoperta, poiché resta nella memoria solo ciò che si scopre. Formare e valorizzare i docenti diventa una scelta strategica per tutta l’azione educativa, che renderà possibile evitare di ridurre il sapere scientifico a meccanismo e tecnica.

Il futuro in sospeso

Eravamo arrivati a Bologna da tutte le province d’Italia. La maggior parte di noi proveniva dalle regioni del Sud: Puglia e Calabria in particolare; la minoranza invece si divideva tra Marche, Toscana, Veneto e chi, come me, aveva lasciato una provincia ai piedi delle Alpi che la crisi del tessile in pochi anni aveva spopolato.

Italia: Cenerentola d’Europa per investimenti in ricerca e sviluppo

Nel nostro paese gli investimenti in ricerca e sviluppo sono decisamente inferiori alla media dell’UE. L’Italia risulta infatti essere un innovatore moderato rispetto al Regno Unito e alla Germania, rischiando così di perdere un’occasione per il rilancio del paese.

La nostra sconcertante mancanza di materialismo

Il dibattito sulla scuola e sull’università, nota Claudio Giunta, manca di concretezza, di materialismo. Ecco quindi alcune considerazioni, molto concrete, su strutture, docenti e studenti.

La crisi dell’università: responsabilità, problemi, soluzioni?

La crisi del sistema universitario italiano va inserita nel più generale declino di buona parte dei sistemi universitari dell’Europa continentale. Il caso italiano ha però caratteristiche particolari, che discendono da cause specifiche non imputabili alla riforma Gelmini, i cui effetti potremo giudicare solo tra qualche anno. La rassegna delle cause del degrado dell’università italiana che ci propone qui Andrea Graziosi ci può aiutare a capire quale potrebbe essere il suo impatto.

Il futuro in sospeso

Eravamo arrivati a Bologna da tutte le province d’Italia. La maggior parte di noi proveniva dalle regioni del Sud: Puglia e Calabria in particolare; la minoranza invece si divideva tra Marche, Toscana, Veneto e chi, come me, aveva lasciato una provincia ai piedi delle Alpi che la crisi del tessile in pochi anni aveva spopolato.

La meritocrazia delle chiacchiere

La riforma Gelmini è stata presentata come un provvedimento teso ad introdurre nell’università italiana quei criteri meritocratici che, secondo i sostenitori del provvedimento, le sarebbero oggi estranei. Secondo Walter Tocci è invece vero il contrario.

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