Italianieuropei 6/2012
Italianieuropei 6/2012

Agenda

L'Italia a sinistra

Focus

La biopolitica

In questo numero

Il vento della politica sta cambiando, sia in Europa che in Italia. È cambiato a Parigi, dove la vittoria di Hollande segna l’inizio di una nuova fase della politica francese e apre scenari nuovi anche in Europa, dove finalmente una rinnovata attenzione alle politiche per la crescita sta via via sostituendo l’imperativo dell’austerità a tutti i costi. Anche in Italia ha cominciato a soffiare un vento nuovo, che ha spazzato via, speriamo definitivamente, il berlusconismo. In quale direzione questo vento di rinnovamento stia spingendo la politica italiana non è però ancora chiaro. Cogliere i segnali, alcuni dei quali allarmanti, che questo scenario ci manda è necessario per dare a questa crisi del sistema politico italiano uno sbocco positivo.

il Sommario

l' Editoriale

Il vento cambia: in quale direzione?

In uno dei capolavori della letteratura contemporanea, Herman Melville riconosce al capitano Achab la capacità di sentire il vento, di capire in quale direzione spirerà e quali novità porterà. In Francia il vento è cambiato: la vittoria di François Hollande ha messo la parola fi ne a quella politica-spettacolo che negli ultimi anni ha segnato la vita pubblica francese almeno quanto quella italiana, consacrando, come ha fatto da noi il governo Monti, il ritorno della politica al rispetto delle istituzioni.

gli Articoli

Prima pagina. La Francia socialista: non è che l’inizio

La vittoria di Hollande

di Laurent Joffrin

Il successo elettorale di Hollande obbligherà la sinistra francese ad affrontare con determinazione, anche a costo di rimettere in discussione se stessa e i suoi presupposti culturali, le sfi de ormai indifferibili che impone la realtà, in continua evoluzione, della Francia; prima fra tutte quella che riguarda la questione identitaria.

Prima pagina. La Francia socialista: non è che l’inizio

Le sfide europee del presidente Hollande

di Roberto Gualtieri

Il recente successo elettorale di Hollande può costituire un punto di svolta per l’intero continente e l’inizio di un percorso per la costruzione di un’Europa diversa, dotata di maggiori strumenti e orientata alla crescita e alla coesione sociale. Si apre una partita delicata, il cui esito sarà decisivo per il destino dell’Unione europea.

Prima pagina. La Francia socialista: non è che l’inizio

Vincitori e vinti alle presidenziali francesi

di Vincenzo Piglionica

Le ultime elezioni presidenziali hanno segnato il ritorno dei socialisti alla guida della Francia. Le ragioni di questa svolta risiedono sia nei molti errori di politica interna ed estera commessi durante il suo mandato da Sarkozy sia nelle capacità di Hollande, un “burocrate” che ha saputo, dopo lo scandalo che ha travolto Strauss-Kahn, guadagnarsi la stima degli elettori francesi.

Agenda. L’Italia a sinistra

Verso un nuovo populismo: crisi economica e crisi dei partiti

di Aldo Bonomi

I risultati delle amministrative confermano non solo l’importanza del territorio nella politica italiana, ma anche l’esistenza di un problema nel rapporto fra metropoli e contado, il quale, vittima muta della crisi, rischia di cedere a tentazioni populistiche più pericolose del berlusconismo, del leghismo e del grillismo.

Agenda. L’Italia a sinistra

Il voto alla ricerca di un leader

di Mauro Calise

Questa tornata amministrativa ha portato prepotentemente alla ribalta il grande assente della politica italiana: il voto – e i votanti – d’opinione. L’implosione di Berlusconi e l’ascesa del montismo e del grillismo hanno liberato una galassia di energie critiche su entrambi i fronti dello schieramento politico. Offrendo l’opportunità di riappropriarsi della televisione e della rete come canali di partecipazione e di mobilitazione. Ma confermando che, come nelle principali democrazie, il ritorno dell’elettorato d’opinione si coniuga con un rapporto stretto e diretto con un leader.

Agenda. L’Italia a sinistra

Il PD e la crisi del sistema politico

di Michele Prospero

Le ultime elezioni amministrative hanno visto, da un lato, la sostanziale tenuta del Partito Democratico e, dall’altro, il collasso della destra a favore di movimenti di ispirazione antipartitica e populistica. Ancor più rilevante è stato, tuttavia, il venir meno di un sistema politico dai tratti netti, la cui assenza desta forti preoccupazioni e rischia di travolgere lo stesso PD.

Focus. La biopolitica

Per una politica al passo con la scienza

di Ignazio R. Marino

Negli ultimi anni la politica italiana si è occupata in maniera antiscientifica e irresponsabile di temi importanti come i diritti delle coppie di fatto, l’adozione da parte dei singoli, il testamento biologico e la procreazione assistita. È necessario avviare un dialogo tra scienza e politica che tuteli l’inalienabilità dei diritti individuali.

Focus. La biopolitica

Libertà, autonomia e autodeterminazione

di Lucetta Scaraffia

Oggi si pensa di risolvere il problema del rapporto tra Stato e libertà del singolo lasciandolo aperto alla scelta individuale e credendo che questa sia una forma di autonomia che salva la dignità umana. Il rischio è quello di assumere come criterio etico il rispetto assoluto dell’autodeterminazione, per cui non conta se ciò che è stato scelto è bene o male, ma solo che sia stato scelto. Ma nulla diventa buono per il solo motivo di essere stato scelto.

Focus. La biopolitica

Dare forma all’umanità: i segni sul corpo

di Francesco Remotti

Ogni società interviene sul corpo dei propri membri: sono i segni di un potere che forma e deforma, imponendo forme sempre particolari (e arbitrarie) di umanità. Il corpo diventa perciò il luogo in cui si consuma lo scontro fra chi pretende di arrogarsi il potere di plasmare l’umanità e chi, anche con eclatanti forme di ribellione, gli si oppone.

Focus. La biopolitica

I due volti della biopolitica: una storia centenaria

di Andrea Carlino

La nota vicenda di Eluana Englaro, conclusasi con la morte della ragazza il 9 febbraio 2009, ha portato alla ribalta dei media la nozione di biopolitica, fi no ad allora relegata nelle aule delle università. Il richiamo a tale disciplina, dalla storia ormai centenaria, è oggi imprescindibile per leggere, pensare e immaginare i meccanismi, benefi ci o perversi, che governano i rapporti tra Stato e soggetti, tra individui, comunità e istituzioni, tra “noi” e gli “altri”.

Focus. La biopolitica

Le domande della biopolitica

di Massimo Adinolfi

Lo Stato nazionale moderno ha subito tali e tante trasformazioni che oggi – privi dei riferimenti tradizionali e soggetti ai nuovi imperativi del benessere, della salute, del consumo e del godimento che infl uenzano a fondo i nostri comportamenti – non possediamo più gli strumenti per affrontare in maniera adeguata le questioni eticamente sensibili. Queste peraltro sconfi nano in ambiti e spazi che in precedenza erano estranei alla politica statale. Paradigma di questo sfasamento tra vita pubblica e vita privata è l’uso sempre più diffuso, tra giovani e meno giovani, dei social network.

Focus. La biopolitica

La bioetica: il proseguimento della biopolitica con altri mezzi?

di Alex Mauron

Il dibattito sulle questioni bioetiche diviene sempre più spesso oggetto di strumentalizzazione a fi ni politici e ideologici. Alla bioetica viene così impedito di rivendicare il suo essere essenzialmente un ambito di ricerche transdisciplinari di pieno valore scientifi co-accademico e inerente all’intero ciclo vitale dell’essere umano, e non un campo di battaglia per il dogmatismo morale e politico sulle questioni dell’inizio-vita e del fi ne-vita.

Focus. La biopolitica

La via italiana alla bioetica (e alla biopolitica)

di Luca Marini

Il ritardo del dibattito bioetico italiano rispetto agli altri paesi è dovuto soprattutto a ragioni politiche, che infl uenzano e disorientano, attraverso gran parte della stampa, anche l’opinione pubblica. Un aspetto non trascurabile del problema è l’assenza, in Italia, di una seria rifl essione sulla bioeconomia. Tutto ciò, unitamente alla crisi che ha colpito nel biennio 2007-09 il Comitato nazionale per la bioetica, ha impedito (e impedisce tuttora) di affrontare i quesiti e le sfi de che il progresso tecno-scientifi co pone.

Focus. La biopolitica

Dignità del morire

di Paolo Zatti

Riflettere sulla dignità del morire signifi ca interrogarsi sul senso e l’essenza di entrambi gli elementi di questo binomio. Occorre allora chiedersi non solo cosa si intende per dignità ma soprattutto in che termini ci si pone rispetto a un evento ineluttabile come la morte, rispetto al quale, però, nel nostro tempo, in virtù di una artifi ciosa assolutizzazione del bene della maggiore sopravvivenza possibile, si ingaggia una lotta senza quartiere nel tentativo di sottrarle un attimo in più di vita.

Focus. La biopolitica

Il paradosso dell’invecchiamento attivo

di Laura Bazzicalupo

Il 2012 è – in aggiunta a una serie di altri lodevoli dediche/obiettivi – anche l’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. L’espressione “invecchiamento attivo” incuriosisce e inquieta a un tempo: nel suo adeguarsi all’immaginario diffuso cela, come tutte le rappresentazioni performative, ombre e fantasmi che suscitano il nostro interesse.

Focus. La biopolitica

Il problema mente-cervello nel dibattito di bioetica

di Piergiorgio Strata

L’idea cartesiana secondo la quale i fenomeni mentali non sono riconducibili all’indagine scientifi ca è stata superata ormai da molto tempo. Oggi non solo è dimostrato che esiste una stretta correlazione fra processi cerebrali e attività mentali e che la mente non costituisce un’entità metafi sica a sé stante, ma si è scoperto che fenomeni fi sici contribuiscono a determinare comportamenti e persino scelte morali.

Focus. La biopolitica

Biopolitica e salute

di Roberto Volpi

L’innovazione tecnologica spinge sempre oltre gli obiettivi degli esami medico-diagnostici: dalla cura delle malattie alla loro prevenzione, fi no ad arrivare alla medicina predittiva, che punta a monitorare l’evoluzione della probabile storia clinica di pazienti solo potenziali. Si segna così un ulteriore passo avanti nella trasformazione dello Stato in Stato etico, che non si fa scrupolo di entrare nelle vite degli altri spinto dalla convinzione che ogni intrusione sia giustifi cata in virtù dell’obiettivo di preservare la salute degli individui, loro malgrado.

Focus. La biopolitica

Santi e peccatori: sessualità e politica in Italia

di Mirella Parachini

La salute sessuale e riproduttiva è un diritto inalienabile di ogni individuo. La sfera sessuale ha subito e continua a subire forti ingerenze da parte della politica, come dimostrano i casi della legge 40 sulla procreazione assistita e dell’adozione della pillola abortiva RU486. Ai giovani il compito di riconoscere e valorizzare i diritti già conseguiti e dare loro ulteriore impulso.

Focus. La biopolitica

Migrazione e biopolitica in Italia

di Andrea F. Ravenda

A partire dall’arrivo dei primi albanesi in Italia nel 1991 si riscontra la presenza di un dispositivo normativo e di gestione dell’arrivo di migranti che si concentra principalmente sul trattamento dei corpi. Tecniche come i respingimenti alla frontiera, le impronte digitali, le espulsioni coatte e, in particolare, il trattenimento coercitivo nei CIE contribuiscono a defi nire, in relazione ai migranti, le categorie di legalità e illegalità.

Dizionario civile

Corruzione

di Bernardo Giorgio Mattarella

La corruzione è un fenomeno alquanto eterogeneo e il termine corruzione è usato in sensi diversi. Per orientarsi, è bene fare qualche distinzione. In primo luogo, di corruzione si parla in senso ampio e in senso stretto. Il secondo è quello proprio del diritto penale. In questo ambito si incontrano ulteriori distinzioni, come quella tra la corruzione propria, di chi si lascia corrompere per compiere un atto contrario ai suoi doveri, e quella (meno grave) impropria, di chi lo fa per compiere un atto che avrebbe comunque dovuto compiere; o quella tra la corruzione antecedente all’atto e quella (meno grave) successiva.

Dizionario civile

Giustizia

di Michele Vietti

Il concetto contemporaneo di giustizia è assai diverso da quello anteriore all’Illuminismo. Prima del Settecento, infatti, gli ordinamenti statali articolano l’esercizio della giurisdizione come diretta e indistinta emanazione del potere politico assoluto che, proprio in quanto tale, non distingue alcuna peculiarità tra manifestazioni di carattere giurisdizionale, di governo o legislativo.

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