Tutte le iniziative

L’India e le relazioni bilaterali con i BRICS

La comparsa dei BRICS ha coinciso con una ridefinizione della politica estera indiana ed è stata il primo passo verso un ritorno con un ruolo di primo piano sugli scenari mondiali.
Dopo l’indipendenza la politica estera indiana era stata caratterizzata da un tentativo di giocare un ruolo globale, come leader dei paesi emergenti – in un mondo che si avviava velocemente verso un processo di decolonizzazione – e cercando di muoversi con autonomia rispetto ai blocchi che si stavano formando con l’avvio della guerra fredda. Il primo ministro indiano Pandit Nehru fu il più attivo promotore della nascita del movimento dei paesi non allineati, e anche di una forte politica di amicizia con la Cina popolare.

Le donne che hanno fermato l'onda Modi

Il recente successo elettorale del neoeletto primo ministro indiano Modi non ha trovato riscontro negli Stati del Tamil Nadu e del West
Bengal, dove si sono nuovamente affermate le figure di due donne molto carismatiche, Jayalalitha e Mamata Banerjee, l’una alla guida dell’AIADMK, l’altra del TMC, due forti partiti regionali. Sono invece notevolmente calati i consensi per un’altra importante personalità, cioè Mayawati e il suo BSP, in Uttar Pradesh. Tre leader donna che però, nonostante i molti traguardi raggiunti, non hanno davvero cercato di combattere il carattere patriarcale della società indiana.

Le ragioni della crisi del Congress

Il Partito del Congresso indiano, considerato fino a oggi il “partito della nazione” che, con la sua visione progressista e laica, ha permesso a un paese diviso da lingue, religioni ed etnie di darsi un’identità collettiva, non è mai stato così debole nella sua non breve storia politica. Alla luce della pesantissima sconfitta che ha subito la United Progressive Alliance nelle recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento indiano, per il Congresso è giunto il momento di scegliere: rompere il cordone ombelicale che lo lega indissolubilmente alla dinastia dei Gandhi oppure affidarsi ancora una volta a un altro rampollo della “famiglia reale”.

Il percorso politico della destra indiana

Il Rastriya Swayamsevak Sangh (RSS), fondato negli anni Venti del secolo scorso per propagandare il principio dello Hindutva, un nazionalismo comunitario che racchiude in sé l’insieme delle civiltà autoctone indiane, si è sempre appoggiato ai partiti della destra neo-hindu, tra i quali, da ultimo, il Bharatiya Janata Party (BJP), cui ha fornito leader come Vajpayee e Advani e il neoeletto primo ministro Modi. Sceglierà anche quest’ultimo, come i suoi predecessori, di discostarsi dal fondamentalismo dei suoi maestri per salvaguardare l’unità nazionale e affrontare al meglio le complesse sfide dello scenario politico indiano?

Come Narendra Modi ha conquistato l'India

Una maggioranza parlamentare così schiacciante come quella ottenuta dal BJP e dalla sua coalizione alle ultime elezioni indiane non si vedeva da decenni ed è merito soprattutto del carisma del suo leader, Narendra Modi, che è riuscito a imporsi come l’uomo nuovo e dalle posizioni molto definite, soprattutto in campo economico, e in grado di attirare su di sé il voto dei giovani. Resta però da vedere se il primo ministro riuscirà a contenere le pericolose pulsioni fondamentaliste dell’induismo politico.

Le profonde radici sociali della violenza contro le donne in India

In India i processi di modernizzazione sociale e di emancipazione femminile stanno gradualmente prendendo piede, soprattutto nelle classi medio-alte più istruite. Ma gli abusi e le violenze contro le donne dilagano (in Uttar Pradesh sono in media dieci al giorno) e sono espressione di antagonismi sociali ancora prevalenti soprattutto nelle zone rurali e fra le caste più svantaggiate.

La vicenda dei marò tra lentezza, passi falsi e ripensamenti

L’ingarbugliata vicenda dei marò non è destinata a trovare una soluzione in tempi brevi. Se da parte italiana molti sono stati gli errori e i segnali contraddittori, da parte indiana la lentezza del sistema giudiziario, un’opinione pubblica maldisposta, la contingenza politica e il “fattore Sonia Gandhi” hanno impedito il raggiungimento di un chiarimento a livello diplomatico.

Corto circuito diplomatico

Una successione di errori, la carente coordinazione e la conseguente mancanza di una linea condivisa fra i diversi attori di governo coinvolti, tanto in Italia quanto in India, ha prodotto un teatrale susseguirsi di eventi nel caso dei due marò italiani, accusati di avere ucciso due marinai indiani. Il loro ritorno in India, per quanto il risultato di una serie di decisioni discutibili, potrebbe offrire a entrambi i paesi l’opportunità per trovare un soluzione onorevole.

La crescita come strumento di sviluppo e non fine in sé

La rapida crescita che caratterizza già da tempo il continente indiano non ha portato a un significativo miglioramento delle condizioni di vita della popolazione; i tassi di mortalità infantile sono ancora molto alti e milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà. Per superare questa contraddizione l’India ha bisogno di un maggiore coinvolgimento democratico, al di là degli interessi di media e imprese.

Second Italian-Indian Bilateral Dialogue

Lunedì 7 novembre alle 14, a Milano, Italianieuropei, ISPI e Università Carlo Cattaneo - LIUC organizzano il convegno “Second Italian-Indian Bilateral Dialogue”. L’iniziativa si focalizzerà sulla partnership politica ed economica tra India e Unione europea, con un particolare riferimento al ruolo dell’Italia.

Prec.
1

le Pubblicazioni


copertina_1_2024_smallPuoi acquistare il numero 1/2024
Dove va l'Europa? | L'approssimarsi del voto per il rinnovo del Parlamento europeo impone una riflessione sulle proposte su cui i partiti e le famiglie politiche europee si confronteranno | Leggi tutto