Il numero 3/2010

Di Redazione Giovedì 01 Luglio 2010 20:06 Stampa

“L’errore di chi crede che l’esperienza religiosa sia un fatto residuale nella modernità comporta spesso, in chi lo ha commesso, l’idea sbagliata che le religioni contino per ciò che fanno (di progressista o di conservatore) e non per ciò che sono”. Per non indugiare anche noi nell’errore abbiamo voluto interrogarci su cosa sia il cristianesimo oggi, sul senso del coinvolgimento della Chiesa e dei cattolici nella costruzione della convivenza civile e nella vita politica nel nostro paese e in Europa, su quale sia la visione dell’uomo sottesa alla più recente evoluzione della dottrina sociale della Chiesa, sull’influenza che la Chiesa conserva in una società secolarizzata quale quella europea di oggi. Ma soprattutto abbiamo voluto chiederci: ha ancora senso parlare di “Europa cristiana?”

La crisi finanziaria in corso e le responsabilità del sistema bancario internazionale nel provocarla inducono ad aprire una riflessione su quale debba essere il compito fondamentale del sistema finanziario: se quello di sostenere l’attività produttiva e gli investimenti o quello di carattere più dichiaratamente speculativo. Lo stesso interrogativo, se ci volgiamo alla specificità del caso italiano, riguarda il rapporto fra le imprese – in Italia soprattutto piccole e micro imprese – e il sistema del credito. Quale funzione devono avere le banche nel sistema economico italiano e internazionale di oggi?