"Narrare e capire" sul numero 2/2010

Di Redazione Giovedì 29 Aprile 2010 19:43 Stampa

Da più parti si sente dire, e noi stessi l’abbiamo scritto, che il centrosinistra non è più in grado di esprimere una “narrazione”, di comunicare i caratteri del progetto politico che propone per il futuro del paese. Quante e quali trappole comunicative si annidano nel processo di trasmissione del messaggio fra governante – o aspirante tale – e governato? Quale accezione hanno, nel linguaggio politico, i termini “errore”, “verità”, “giustizia”? E se il corto circuito comunicativo riguardasse non solo la trasmissione del messaggio dall’alto verso il basso ma anche il processo nel senso inverso? La politica è ancora capace di leggere la società e di coglierne le istanze? Per questo “Narrare e capire”, o capire e narrare, se si preferisce. Per riflettere insieme su come costruire un rapporto fra politici e cittadini che abbia i caratteri del dialogo e non del monologo autoreferenziale.

L’espressione “relazioni transatlantiche” richiama alla mente degli esperti di politica internazionale, ma anche di chi esperto non è, la fitta rete di rapporti esistenti fra i paesi della Vecchia Europa – o dell’Unione europea nel suo complesso – e gli Stati Uniti. Tralasciando così che sulla sponda sud-occidentale dell’Atlantico si affaccia un intero continente, giovane ed emergente. Emergente dal punto di vista economico, visto che le sue realtà più dinamiche registrano da diversi anni, e finanche in tempo di crisi, tassi di crescita molto elevati. Ma anche in senso politico, come dimostrano l’inclusione nel G20 dei principali paesi latinoamericani e la crescente partecipazione del continente al processo di governance globale. Gli articoli contenuti in “America Latina” vogliono essere un piccolo contributo al tentativo di colmare questa lacuna, nella convinzione che, per conoscere il mondo nell’epoca della globalizzazione, sia necessario volgere lo sguardo in tutte le direzioni.