Pietro Ichino

Pietro Ichino

è senatore del Partito Democratico.

Accordo del 28 giugno: l’Italia apre le porte agli investimenti stranieri

L’Italia si rivela sempre meno capace di attirare investimenti stranieri sul territorio nazionale; ciò penalizza non soltanto lavoratori e imprenditori, ma anche l’intero paese, che subisce le conseguenze negative della globalizzazione senza beneficiare di quelle positive. Un ripensamento del sistema delle relazioni industriali appare allora ineludibile.

Il progetto per la transizione a un regime di flexicurity

La proposta contenuta nel disegno di legge 1481/09 mira a superare l’attuale forma duale che ha as­sunto il mercato del lavoro in Italia, coniugando la flessibilità di cui le imprese hanno bisogno con una nuova forma di protezione della stabilità del lavo­ro e del reddito dei lavoratori, evitando che si al­larghi l’area del lavoro precario.

Scenari di riforma del mercato del lavoro italiano

L’Italia vive in una situazione caratterizzata da un netto dualismo tra la metà protetta della forza lavo­ro e la metà poco o per nulla protetta. Alla perpe­tuazione di questo modello del mercato del lavoro duale non può rassegnarsi una sinistra moderna, at­tenta alla comparazione con le esperienze offerte dai paesi stranieri più civili. Un primo passo decisivo può consistere nel disegnare un nuovo ordinamen­to del lavoro, capace di ridurre drasticamente, al­meno nella fase iniziale, il costo del lavoro regolare per le imprese; e capace al tempo stesso di offrire a tutti i new entrants una forma di lavoro decente e una vera uguaglianza di opportunità. In questo ver­so va la proposta di una grande intesa tra lavorato­ri, attuali o potenziali, e imprenditori, nella quale questi ultimi rinuncino al lavoro precario.