Gran parte della retorica cittadina di Firenze, ossia il modo in cui essa rappresenta se stessa e viene rappresentata e narrata dai ceti dirigenti e dall’opinione colta della città, rimanda a un’immagine – quella di culla del Rinascimento, luogo dei musei e del pittoresco – non più in grado di trasmettere messaggi culturali forti e di mobilitare energie. La città appare come paralizzata dal successo della sua immagine tradizionale, timorosa di fare i conti con il suo essere luogo vivo e complesso e di intaccare così in qualche modo il miracolo che ne fa una meta di un largo consumo culturale.