Luisa De Vita

Luisa De Vita

insegna Sociologia delle organizzazioni e Lavoro, organizzazione e genere all’Università di Roma “Sapienza”.

L’occupazione femminile nella crisi pandemica: un altro passo indietro?

La profonda crisi occupazionale generata dalla pandemia da Covid-19 è soprattutto una crisi dell’occupazione femminile. Se si guardano i dati Istat relativi a dicembre del 2020 è subito evidente come si siano contate oltre 370.000 occupate in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Dei 445.000 posti di lavoro persi in totale in un anno, il 70% è rappresentato da donne. Si tratta evidentemente di un bilancio tragico e destinato con buona probabilità a peggiorare sia in ragione delle chiusure regionali, sia quando saranno nuovamente sbloccati i licenziamenti.
Come per tutte le crisi, gli impatti sono però differenziali e fortemente diversificati rispetto ai diversi settori economici. Come noto, ad esempio, durante la crisi finanziaria del 2008, durata con diverse oscillazioni fino al 2013, è stata soprattutto l’occupazione femminile a tenere.

Proteggersi dai rischi. Nuove competenze e modi di lavorare per il mercato che cambia

La complessa ristrutturazione dei sistemi occupazionali e dei tradizionali sistemi di protezione sociale non solo ha completamente ridefinito modi, tempi e aspettative legate al lavoro, ma ha anche reso necessaria una riarticolazione delle competenze, sia per aumentare le proprie chance professionali sia per autotutelarsi all’interno di un sistema in cui la protezione dai rischi, ad esempio di disoccupazione, è sempre più bassa.