Franco Gallo

Franco Gallo

già presidente della Corte costituzionale, è presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani.

Alla ricerca di uno Stato più regolatore e più ridistributore

Direi che nell’attuale contingenza, anche e soprattutto a causa della pandemia, si sia un po’ tutti d’accordo sulla necessità di uno Stato più forte, erogatore di maggiori servizi sociali e prestazioni sanitarie e, insieme, finanziatore della ricerca, dell’innovazione e della formazione permanente. Dovrebbe essere uno Stato che, andando oltre la negativa congiuntura, si spogli dalla sua veste di leviatano burocratico e si richiami ai grandi valori di moralità collettiva e di rispetto della dignità umana.
Questo richiamo all’impulso morale e alla tensione etica dovrebbe essere messo al primo posto nella lotta alle sempre più crescenti diseguaglianze e dovrebbe tornare a essere un fattore irrinunciabile del progresso sociale e del vivere civile.

 

Stefano Rodotà, un giurista al di sopra delle classificazioni

Ho conosciuto Stefano Rodotà negli anni Sessanta. Erano i tempi in cui frequentavamo i cosiddetti “liberali di sinistra” che collaboravano attivamente a “Il Mondo” di Mario Pannunzio e di Ernesto Rossi e si riunivano al ridotto dell’Eliseo insieme a Venerio Cattani, Leopoldo Piccardi, Eugenio Scalfari, Nicolò Carandini, il mio maestro Tullio Ascarelli e tanti altri politici, intellettuali e giuristi di estrazione non comunista. Abbiamo poi seguito percorsi diversi. Lui scriveva già su “Il Mondo” e si era dedicato al diritto civile privilegiando gli aspetti più prettamente costituzionali della materia. Sul piano dell’impegno politico, dopo una breve militanza nel vecchio Partito Radicale, aveva aderito al gruppo degli Indipendenti di sinistra entrando nel 1979 in Parlamento nelle liste del PCI insieme a molti di essi.

Idee per una organica riforma fiscale

Il sistema fiscale italiano è vicino al collasso, è invecchiato, non è in grado di intercettare la ricchezza “moderna” e si fonda troppo su tributi tradizionali, come quelli sul reddito, e cioè su prelievi che, così come sono oggi congegnati, colpiscono in modo eccessivo e squilibrato le famiglie e le imprese. Gli interventi, solo estemporanei, che abbiamo avuto finora sono diretti più che altro ad aggiustare alcuni pezzi del sistema e, perciò, non sono riconducibili a un disegno generale di riforma. Occorrono invece misure coraggiose se si vuole ridurre la pressione tributaria sulla famiglia e sulle imprese e se si vuole raggiungere l’obiettivo dell’equità.

La nuova frontiera dell’abuso del diritto in materia fiscale

Tra gli interventi previsti dalla legge delega 23/2014, quello sull’abuso del diritto in materia fiscale è forse il più importante. Esso è infatti volto a superare le incertezze interpretative e le difficoltà di definizione dell’abuso e delle modalità di uso distorto degli strumenti negoziali e a impedire che gli uffici amministrativi continuino a esercitare i loro poteri di accertamento senza delle precise linee guida. Anche se non sarà facile per il futuro eliminare del tutto il conflitto tra questa esigenza e l’astratta nozione di abuso, questo intervento rappresenta un importante passo inavanti verso una sistematizzazione della disciplina in merito.