Carlo Galli

Carlo Galli

professore dell’Alma Mater Università di Bologna.

Politica a sinistra?

C’è vita a sinistra? Esiste ancora uno spazio politico nel quale si organizzino forze dotate di pensiero critico, di capacità analitica, di progettualità orientata alla trasformazione in senso progressivo dei rapporti sociali? Ovvero, esiste ancora una politica che da una parte riconosca con realismo le contraddizioni del presente e dall’altra non le accetti come naturali, individuando sia uno spazio di azione emancipativa sia soggettività adeguate e interessate al cambiamento, a un’alternativa di paradigmi economici e sociali?

Dov’è la vittoria? Note sulla guerra in Ucraina

Di Carlo Galli - 4/11/2023

Può forse darsi che la guerra in Ucraina venga sommersa da altre più crudeli, o più nuove; e che divenga una guerra dimenticata fra le molte altre che si combattono, stancamente, pervicacemente, come una maledizione incessante, in tante parti del mondo, dall'Azerbaigian allo Yemen. Contraddizioni irrisolte, ferite senza cicatrice. O può darsi che ri-esploda, alimentata dalla violenza che circola in Medio Oriente, e che con essa si saldi a circondare il Sud e l'Est dell'Europa.

Europa cristiana e geopolitica ecumenica

Libro coinvolgente, quello di Eugenio Mazzarella dal titolo “Europa, cristianesimo, geopolitica”. Scritto prima che la guerra in Ucraina si prendesse la scena mondiale, non risente della impossibilità a nominarla. Sarà perché Mazzarella – tanto radicalmente cristiano quanto è professionalmente filosofo e appassionatamente poeta – sa da tempo, seguendo l’insegnamento di papa Francesco, che la terza guerra mondiale non tanto è un pericolo quanto è già in atto, e la si sta combattendo a pezzi, qua e là nel mondo.

Seduzioni e delusioni del neoliberismo

Sotto l’apparenza di essere uno sviluppo del razionalismo moderno – dell’utilitarismo, dello strumentalismo, dell’individualismo –, il neoliberismo attinge la propria energia e legittimità da fonti irrazionali, dalla mobilitazione del sentimento e del desiderio, da una volontà di potenza latente nelle soggettività moderne, emotivamente eccitata e governata dalle agenzie di senso (alte e basse, mediatiche e teoretiche) che nel radicarsi del neoliberismo hanno avuto un’importanza decisiva.
Il neoliberismo è la dottrina, di derivazione marginalistica (Mises e Hayek), che si pone l’obiettivo di distruggere la teoria classico-marxiana del valore-lavoro, e di spostare il baricentro del pensiero economico dalla produzione, e dalle sue contraddizioni, al rapporto domanda-offerta, e ai suoi equilibri (il kosmos, l’ordine spontaneo).

Menzogna e verità: le fake news nel mondo virtuale

Le fake news sono una menzogna di tipo nuovo, si insediano nel mondo virtuale e alimentano un’esistenza collettiva tutta trasformata in un flusso indistinto, in una disorientante e cacofonica narrazione a molte voci. La loro efficacia consiste nel lasciare un breve segno, nel produrre un fugace orientamento, uno spin; non certo nel cambiare il mondo, né nel criticarlo, senza alcuna responsabilità tanto da parte di chi le produce quanto da parte di chi ne è destinatario. Il virtuale produce un effetto di inclusione in cui tutto è accolto e tutto è depotenziato: un dominio in cui vero e falso trascorrono l’uno nell’altro inafferrabili e nel quale la lotta politica si fa con le fake news e con le contro fake news. Ma un’alternativa c’è ed è percorribile: la politica reale deve affermarsi contro la politica spettrale del virtuale, opponendo all’anonimato e all’impersonalità passiva del virtuale una mediazione mediata, storicizzata, sottoposta a critica e costituita dal franco confronto fra tesi esplicitamente parziali.

Parlamento e politica della difesa

La gestione delle questioni militari è stata sempre affidata, anche negli ordinamenti democratici, inclusa l’Italia, agli organi tecnici e agli esecutivi ma non ai Parlamenti, di solito a poco agio con quello che potrebbe definirsi il lato “oscuro” della politica. Ne è conseguito un profondo distacco tra la cultura della difesa e la vita democratica del paese. In particolare, le questioni inerenti alla difesa non sono mai entrate a far parte a pieno titolo di un dibattito pubblico informato. Tuttavia, i cambiamenti geopolitici occorsi dalla fine della guerra fredda richiedono l’elaborazione di un nuovo modello di difesa e la definizione di un diverso ruolo per il Parlamento. Questa dialettica democratica, se ben gestita, non potrà avere che conseguenze virtuose.

Cultura politica

Secondo un’affermazione di Max Weber ripresa dall’antropologo Clifford Geertz, l’uomo è un animale sospeso fra ragnatele di significati che egli stesso ha tessuto e dei quali fa egli stesso parte. Quelle ragnatele sono la cultura, che può essere interpretata solo se l’interprete è consapevole di essere coinvolto in ciò che vuole conoscere. La cultura politica, come viene pensata dagli scienziati politici – soprattutto nell’ambito della scuola di Gabriel A. Almond –, è l’insieme degli atteggiamenti e dei sentimenti diffusi dei soggetti verso il sistema politico, inclusa appunto la percezione che essi hanno di se stessi. In quanto cognitiva (implica conoscenze e ideologie), emotiva (è orientata da sentimenti e passioni) e valutativa (elabora giudizi e criteri di giudizio), la cultura politica non è un
dato, ma è un discorso che si fa da se stesso e che si interpreta da se stesso. Dalla cultura politica sono filtrate le richieste sociali verso il sistema politico, nascono i giudizi di consenso o di dissenso dei cittadini rispetto al suo operato e si generano anche le modalità di funzionamento del sistema stesso.

Indignazione politica e morale, oggi

Se la corruzione, in Italia, assume i tratti di una situazione patologica endemica, più o meno accettata o subita o tenuta sotto controllo, sulla stanchezza e l’apatia sta oggi prevalendo un diffuso sentimento di indignazione. Compito del centrosinistra e della sua proposta di governo è di assumere l’indignazione come manifestazione di un’esigenza ormai di massa: l’esigenza morale economica e politica di rifondare la Repubblica, di rifare l’Italia.

L’Italia tra tecnocrazia, astensionismo e grillismo

  L’Italia di oggi è interessata da tre diverse forme di antipolitica: la tecnocrazia, l’astensionismo e il grillismo. Quest’ultimo non è solo il sintomo della delusione degli elettori nei confronti dei partiti, ma è anche la spia che nel nostro paese vi sono ancora delle energie politiche positive da convogliare. I partiti, anziché competere con Grillo sul suo stesso terreno, dovrebbero scommettere su queste energie per riscoprire se stessi, dando vita a una politica non autoreferenziale né centrata sulle alleanze, ma che sappia “prendere parte”.