Susanna Camusso

Susanna Camusso

già segretaria generale della CGIL, è senatrice del PD-Italia Democratica e Progressista.

Alzare lo sguardo per dar vita a un nuovo partito della sinistra

Per chi, come me, pensa sia necessario ricostruire una sinistra plurale e unita, le sorti del PD non sono indifferenti. Un processo verso un nuovo partito, molto annunciato ma di cui non si vedono i passi, o la sua implosione, avrebbe degli effetti rilevanti per tutta la sinistra.
Serve una sinistra unita e plurale, che pensi a governare in base a un programma che rappresenti un’alternativa al modello neoliberista. Modello che, pur nella confusa visione nostrana, ci ha caratterizzato negli ultimi venti anni, rendendo l’Italia un paese immobile e sempre più diseguale. Obiettivo di una sinistra unita e plurale che non scada nella moltiplicazione litigiosa e identitaria dei piccoli gruppi, ma neanche nel populismo del “né di destra né di sinistra”.

Negando la rappresentanza si vuole colpire la partecipazione

Nel dibattito politico-economico italiano si sta affermando l’idea, sbagliata se non caricaturale, che alla modernità corrispondano la fine del conflitto tra interessi diversi e contrapposti e il conseguente svuotamento della funzione di rappresentanza e mediazione tra que­sti. Applicate al mondo del lavoro, la disintermediazione e la disarti­colazione delle forme di rappresentanza implicano non solo l’indebo­limento generico dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ma lo svilimento stesso del lavoro inteso come dimensione rilevante della libertà della persona nella sfera collettiva. Viene insomma messa in discussione l’idea che il conflitto possa uscire dai singoli luoghi di lavoro per eser­citarsi nel condizionare, indirizzare, contestare le scelte del governo nel percorso di costruzione del futuro del paese.

Un nuovo piano del lavoro per la crescita

Se si vuole invertire la tendenza all’autoimpoverimento del sistema Italia, rafforzando la competitività del paese all’interno del nuovo modello sociale europeo, bisogna ripartire dal lavoro. Investire in istruzione e formazione, soprattutto in campo tecnico-scientifico, e ridare stabilità ai rapporti di lavoro: questi i pilastri di un nuovo Piano del lavoro, di cui non si può più fare a meno.

Eguaglianza

Parlare di eguaglianza oggi appare molto difficile. Spesso viene descritta come un concetto antico e superato. Si sente diffidare dell’idea di eguaglianza come se si trattasse di un’ideologia del secolo scorso: un lascito da superare in nome di una modernità non meglio precisata. Invece l’idea di eguaglianza è di grandissima attualità se è vero che l’eguaglianza dei diritti, l’eguaglianza dei doveri, l’eguaglianza di fronte all’autorità dello Stato devono essere quotidianamente esercitate e difese persino nelle democrazie occidentali.