Edoardo Reviglio

Edoardo Reviglio

è Chief Economist presso la Cassa depositi e prestiti.

Insieme e oltre al Piano Juncker: un programma europeo per le infrastrutture sociali

L’insieme delle politiche messe in campo recentemente dalla Commissione europea, e in particolare il Piano Juncker, presentano alcuni importanti elementi di novità, purtroppo spesso ampiamente sottovalutati. Questi nuovi principi e strumenti potrebbero fungere da catalizzatori per le trasformazioni dell’Europa del prossimo futuro, da un lato per promuovere un mercato unico più forte e ridurre il gap di competitività dell’economia europea a livello globale; dall’altro per accrescere la convergenza tra gli Stati membri e dare vita a una Infrastructure Union che operi sia sul fronte delle infrastrutture intese in senso tradizionale sia per la creazione di nuove “infrastrutture sociali”.

Banche europee e debiti sovrani

C’è un fatto di grande rilievo, non ancora emerso pienamente nella crisi dell’eurozona, che potrebbe riequilibrare i rapporti fra paesi virtuosi e non, all’interno dell’Unione. Germania, Francia e paesi scandinavi sono certamente più virtuosi dal punto di vista fiscale, ma non lo sono affatto con le proprie banche, tanto che, se dovessero mettere mano alla questione con soldi pubblici, il loro debito si avvicinerebbe rapidamente a quello italiano. D’altra parte, le banche italiane hanno già fatto i loro “compiti” sul fronte del capitale senza (quasi) nulla chiedere ai contribuenti. Il loro problema è dato soprattutto dai titoli sovrani, perlopiù italiani. E allora, su questa base, è possibile tentare un compromesso a livello europeo.

Quale nuovo Piano nazionale per le infrastrutture?

Imparando dagli errori del passato, in particolare dalla “generosa” ma illusoria stagione della programmazione, si propone la necessità di un nuovo Piano nazionale per le infrastrutture, basato su alcune linee di azione: un ripensamento moderno sulla scelta delle infrastrutture che possono realmente incidere sulla crescita dell’economia, una riflessione sulla finanza di progetto e una valutazione realistica del contributo che ci possiamo attendere dai privati; infine, una serie di interventi mirati per facilitare i processi politico-amministrativi necessari per realizzare le opere.

Le scelte per la stabilità e la crescita

Ai nuovi meccanismi di stabilizzazione e indebitamento europeo avviati come risposta alla crisi si affiancano la proposta Tremonti-Juncker per gli eurobond e la recente iniziativa della Commissione per la creazione di un mercato paneuropeo di project bonds. Strategie diverse che si inseriscono in un disegno coerente di medio e lungo termine per dotare l’Unione europea di un efficiente sistema integrato di debito per la stabilità e per la crescita.