Da più parti si sente dire, e noi stessi l’abbiamo scritto, che il centrosinistra non è più in grado di esprimere una “narrazione”, di comunicare i caratteri del progetto politico che propone per il futuro del paese. Quante e quali trappole comunicative si annidano nel processo di trasmissione del messaggio fra governante – o aspirante tale – e governato? Quale accezione hanno, nel linguaggio politico, i termini “errore”, “verità”, “giustizia”? E se il corto circuito comunicativo riguardasse non solo la trasmissione del messaggio dall’alto verso il basso ma anche il processo nel senso inverso? La politica è ancora capace di leggere la società e di coglierne le istanze? Per questo “Narrare e capire”, o capire e narrare, se si preferisce. Per riflettere insieme su come costruire un rapporto fra politici e cittadini che abbia i caratteri del dialogo e non del monologo autoreferenziale.
Mentre la sinistra ha pagato lo scotto della sua incapacità a formulare una narrazione e una identità nuove, Berlusconi ha saputo, anche grazie a un imponente controllo della TV, costruire e adeguare il linguaggio alla scena politica e culturale del paese, con un’efficace comunicazione di simboli e valori che ne hanno accentuato i tratti edonistici e individualisti. Oggi, per la sinistra la sfida può giocarsi nel-l’ambito dell’elaborazione di una cultura politica che riscopra il valore del cittadino come individuo e le sue aspettative, ma anche attraverso la presenza sul territorio e una maggiore attenzione alle nuove forme di comunicazione.
A fronte di un solido interesse da parte dell’opinione pubblica italiana nei confronti del subcontinente americano, i legami politici tra il nostro paese e quelli latinoamericani sono stati spesso caratterizzati da confronti sporadici e atteggiamenti ideologizzati. Oggi invece tali rapporti istituzionali dispongono di uno strumento importante, rappresentato dal Comitato consultivo per le Conferenze Italia-America Latina, frutto dell’impegno dell’ultimo governo di centrosinistra e della volontà del governo attuale di proseguire su questa via.
La socialdemocrazia di mercato di cui il New Labour si è fatto fautore in questi anni si è rivelata, con il crollo finanziario che nel 2008 ha travolto la City, una soluzione fallimentare. Dopo la grave recessione e a ridosso di una nuova scadenza elettorale, il partito di Gordon Brown si trova dunque di fronte alla necessità di rinnovarsi individuando al contempo alternative politiche praticabili.