Gustaw Herling-Grudzinski, Un mondo a parte

Di Saverio Ricci Lunedì 16 Febbraio 2009 16:37 Stampa
“Un mondo a parte” appartiene a un genere che potrebbe dirsi della letteratura “concentrazionaria”, e quasi lo inaugura, benché abbia goduto di tardiva notorietà in alcuni paesi, soprattutto in Italia e in Francia. Il genere è quello nato dall’esperienza di uno degli aspetti più tragici dell’età dei totalitarismi e della seconda guerra mondiale: la concentrazione in disumani campi di prigionia e lavoro forzato, e spesso di sterminio, di milioni di perseguitati per motivi politici, ideologici o razziali, prigionieri di guerra e detenuti comuni. “Un mondo a parte” uscì a Londra nel 1951. Primo Levi aveva pubblicato “Se questo è un uomo”, nato dall’universo concentrazionario nazista, nel 1947. Ma “Una giornata di Ivan Denisovicˇ” di Aleksandr Solženicyn apparve nella rivista “Novyj Mir” solo nel 1962, recando all’autore fama ma anche una sequela di persecuzioni, che sarebbero culminate nella espulsione dall’Unione Sovietica (1974), ma anche nella celebrità internazionale di “Arcipelago Gulag”, apparso in Italia nel 1973-78.