Italianieuropei 7/2012
Italianieuropei 7/2012

Agenda

La politica: da dove ripartire?

Focus

Europa: il bisogno di sinistra

In questo numero

Sono tempi duri per la politica e per i partiti, investiti in pieno da un’onda ostile che, nelle diverse forme della tecnocrazia, dell’astensionismo e del grillismo, sta montando nel paese. Eppure questa crisi non è irreversibile, e tante sono le energie ancora presenti nel paese che aspettano solo di trovare il canale giusto per esprimersi in maniera positiva e costruttiva. È il momento di chiedersi "Da dove ripartire?"; è tempo di “ridefinire le ragioni del riformismo in rapporto a una analisi nuova e più seria della questione sociale”.

il Sommario

l' Editoriale

Ripensare la sinistra per rispondere alla crisi

Non è possibile ragionare di sinistra se si prescinde dal quadro storico, del tutto nuovo rispetto agli sviluppi del Novecento, in cui ci muoviamo, e che è caratterizzato dal fenomeno della mondializzazione e, al tempo stesso, dal fallimento del tentativo di governare per via fi nanziaria questa vicenda storica e la formazione di una nuova umanità plasmata su di essa.

gli Articoli

Agenda. La politica: da dove ripartire?

L’Italia tra tecnocrazia, astensionismo e grillismo

di Carlo Galli

  L’Italia di oggi è interessata da tre diverse forme di antipolitica: la tecnocrazia, l’astensionismo e il grillismo. Quest’ultimo non è solo il sintomo della delusione degli elettori nei confronti dei partiti, ma è anche la spia che nel nostro paese vi sono ancora delle energie politiche positive da convogliare. I partiti, anziché competere con Grillo sul suo stesso terreno, dovrebbero scommettere su queste energie per riscoprire se stessi, dando vita a una politica non autoreferenziale né centrata sulle alleanze, ma che sappia “prendere parte”.

Agenda. La politica: da dove ripartire?

La retorica dell’antipolitica

di Nadia Urbinati

Se si analizza il significato dell’espressione “antipolitica”, si nota che l’oggetto della critica non è tanto la politica quanto la degenerazione della politica partitica. Come ha dimostrato il partito-azienda di Silvio Berlusconi in quest’ultimo ventennio, la politica è stata usata come affare. Tuttavia, i partiti sono entità pubbliche, anzi beni pubblici dei quali la democrazia non può fare a meno. Rifiutare la privatizzazione della politica è la premessa indispensabile per rispondere con successo all’antipolitica.

Agenda. La politica: da dove ripartire?

Dare voce alla protesta: il sistema dell’informazione e l’antipartitismo

di Italianieuropei intervista Antonio Padellaro

Le elezioni amministrative dello scorso maggio hanno radicalmente mutato lo scenario politico nazionale. Rispetto al passato, il voto di “protesta” che le ha caratterizzate ha incrociato una forte debolezza del tessuto connettivo della politica, alle prese con una profonda crisi e con un diffuso sentimento antipartitico, descritto e amplifi cato dal sistema dell’informazione. Su questi temi Italianieuropei ha intervistato il direttore de “il Fatto Quotidiano”.

Agenda. La politica: da dove ripartire?

Le diverse forme della critica alla politica

di Gianfranco Pasquino

L’antipolitica, fenomeno carsico della storia italiana, ricompare assumendo forme ed espressioni sempre diverse. A partire dal fascismo fi no al quarantennio nel quale DC e PCI occuparono gli spazi di governo e opposizione, essa ha continuato a scorrere sotto la superfi cie della politica. Grillo non è oggi la causa dell’antipolitica, tuttavia la sfrutta sapientemente da consumato “imprenditore politico”. Per fronteggiare la sua sfi da occorrerebbe attuare una impegnativa riforma della legge elettorale basata su collegi uninominali.

Agenda. La politica: da dove ripartire?

L’immobilismo delle élite e le sue conseguenze

di Mauro Magatti

  L’ondata di antipolitica che sta investendo alcune democrazie europee è il portato non solo della grave crisi economica che ha colpito l’Occidente, ma anche, nel caso dell’Italia, dell’atavico immobilismo delle élite, che impedisce ogni forma di rinnovamento politico. Eppure, questo rinnovamento, tanto invocato dai cittadini, costituirebbe l’unico rimedio alla deriva.

Agenda. La politica: da dove ripartire?

Il vuoto della politica: cause e rimedi

di Gian Giacomo Migone

  La crisi della politica nasce da una perdita di potere e identità delle istituzioni e dei partiti. In questo vuoto, ha trovato spazio per crescere il germe dell’antipolitica, che in tutti i paesi dell’Occidente condiziona pesantemente, seppur in forme diverse, la sopravvivenza stessa della democrazia. In Italia, il fenomeno appare più preoccupante, in quanto favorito dalla debolezza storica della sua classe dirigente. Anche il centrosinistra, emulando spesso i comportamenti deteriori degli avversari, ha favorito l’ampliarsi dell’astensionismo e del voto di protesta da parte di cittadini delusi che ora vanno ricuperati, invertendo il percorso sin qui seguito.

Agenda. La politica: da dove ripartire?

Le responsabilità della politica

di Carlo Donolo

  Il crescente successo dell’antipolitica deriva dall’ineffi cienza, sempre più marcata, della politica tradizionale e del sistema dei partiti. I rimedi per restituire prestigio e seguito alla politica non mancano; i presupposti culturali ci sono e sono abbondanti, ma sembrano fuori dalla portata dell’attuale ceto politico italiano.

Agenda. La politica: da dove ripartire?

Amministrare bene per rispondere alla crisi della politica

di Alessandra Moretti

  La crisi economica e i timori per il futuro che essa alimenta, uniti alla diffusa percezione che l’attuale classe politica abbia perso il contatto con la realtà e con i gravi problemi dei cittadini, rischiano di aggravare la già profonda sfi ducia nei confronti della politica. In questo scenario di fragilità del sistema democratico, gli amministratori locali, quotidianamente partecipi dei bisogni dei cittadini, possono svolgere un ruolo strategico per ricostruire l’ormai sfi lacciato legame di fi ducia fra istituzioni e paese reale.

Focus. Europa: il bisogno di sinistra

Il senso della politica

di Nichi Vendola

Politiche alternative all’austerità, questione democratica e slanci di cessione di sovranità, fuga dai ripiegamenti nazionalisti: su questi fronti si giocherà il futuro, nel breve quanto nel lungo termine, della sinistra europea. Solo orientando le sue proposte verso una dimensione federalista e a favore di istanze sociali genuinamente europee, sfuggendo alla tentazione delle chiusure nazionalistiche, si può ancora sperare nella costruzione di una sinistra continentale federale, solidale e progressista, ecologista e democratica, in grado di garantire la tenuta del progetto di unifi cazione politica europea e di rilanciarlo.

Focus. Europa: il bisogno di sinistra

Le risorse della politica costituente

di Giuseppe Vacca

La crisi fi nanziaria ed economica che stiamo vivendo segna l’inizio di un’epoca nuova della storia del mondo in cui l’azione politica assume, a ogni livello, una dimensione costituente. In ambito europeo si impone quindi la necessità di una nuova fase costituente che segni il superamento dell’Unione come emersa dal Trattato di Maastricht e il rilancio di un processo di integrazione basato sulla collaborazione fra le diverse famiglie politiche europee.

Focus. Europa: il bisogno di sinistra

Come utilizzare una terza possibile tregua della crisi del debito

di Marcello Messori

Dopo il voto greco, il vertice G20 di Los Cabos e la serie di incontri dei leader dei principali paesi europei della fi ne di giugno, la crisi europea del debito sovrano potrebbe concedere un breve periodo di tregua. Sarebbe una nuova e imperdibile occasione per affrontare e risolvere i problemi strutturali dell’Unione economica e monetaria europea. A questo riguardo, il neopresidente francese Hollande ha un ruolo cruciale da svolgere: deve essere pronto a cedere sovranità nazionale in materia fi scale in cambio dell’introduzione di elementi solidaristici nella gestione del debito sovrano.

Focus. Europa: il bisogno di sinistra

Una via d’uscita dalla crisi: crescita e occupazione in Europa

di Sigmar Gabriel, Frank-Walter Steinmeier e Peer Steinbrück

  Mentre il Cancelliere Angela Merkel insiste su una strategia europea incentrata sull’austerità, tre fi gure di spicco del Partito Socialdemocratico Tedesco, a testimonianza che in Germania il dibattito sulle possibili vie di uscita dalla crisi è vivo quanto nel resto d’Europa, hanno elaborato un ventaglio di proposte alternative per la crescita in Europa, che qui pubblichiamo.

Focus. Europa: il bisogno di sinistra

Solidarietà per la Grecia

di Ronny Mazzocchi

La drammatica situazione greca, dovuta in parte all’irresponsabilità della sua classe politica ma imputabile anche alle deficienze della costruzione europea così come portata avanti finora, diventa ogni giorno più grave e rischia di sfociare nell’abbandono dell’euro da parte di Atene. Per salvare la Grecia e, di conseguenza, l’intero progetto europeo, bisognerebbe non solo porre fine all’umiliazione politica ed economica di un intero popolo per recuperare gli storici valori europei della fratellanza e della solidarietà, ma, finalmente e definitivamente, rigettare quella forma di “populismo liberista” fondato sullo stereotipo che vede il cittadino medio dell’Europa meridionale come pigro e irresponsabile a fronte di quelli dei paesi del Nord, seri e laboriosi.

Focus. Europa: il bisogno di sinistra

La Grecia nell’ottocento tra unioni monetarie e default: qualche lezione per l’oggi

di Luca Einaudi

  Le diffi coltà della Grecia odierna e, in certa misura, dell’Italia, non sono molto diverse da quelle incontrate alla fi ne dell’Ottocento, quando i due paesi parteciparono a una precedente Unione monetaria, detta “latina”. Entrata nell’Unione nel 1868, la Grecia causò immediate controversie a causa dei suoi problemi di fi nanza pubblica, esacerbati dalle guerre contro l’Impero ottomano. L’instabilità monetaria e il default sul debito estero subordinarono ripetutamente la Grecia alle potenze estere, dal punto di vista sia monetario che fi nanziario. Tuttavia, il default della Grecia del 1893 non provocò effetti di contagio nei confronti di altri paesi europei e l’Unione monetaria latina non crollò a causa delle debolezze greche e italiane, ma si sciolse per consunzione negli anni Venti del Novecento.

Focus. Europa: il bisogno di sinistra

La partecipazione dei giovani alla politica: un test per il presente, una promessa per il futuro

di Kaisa Penny

  Le giovani generazioni sono sicuramente quelle che più hanno subito e subiscono gli effetti della crisi, ed è questa una delle ragioni della loro crescente disaffezione per la politica e per partiti che non offrono soluzioni al loro malessere. I socialisti europei hanno il dovere di recuperare la partecipazione dei giovani alla vita pubblica, seguendo in ciò l’esempio di François Hollande, che ha saputo conquistarsi il voto giovanile affrontando con serietà e non con semplici formule populiste i loro sempre più gravi problemi.

Focus. Europa: il bisogno di sinistra

L’Europa, i diritti e i limiti del mercato

di Giorgio Resta

  I nostri sistemi politico-giuridici sono oggi chiamati a confrontarsi con due questioni di primaria rilevanza: quella dei limiti della proprietà quale strumento di allocazione in forma esclusiva di beni, di natura materiale o immateriale, e quella dei limiti del mercato quale meccanismo istituzionale preordinato a regolarne la produzione e lo scambio. Una cultura progressista che voglia confrontarsi seriamente con questi problemi non può prescindere dal fondamentale precetto di salvaguardia della dignità umana, inteso sia come limite esterno alla brevettabilità, e quindi come limite alla commercializzazione, sia come strumento di salvaguardia contro i fenomeni di esclusione sociale derivanti dalla generalizzazione delle logiche mercantili.

Le idee

Simboli, democrazie e potere

di David Ragazzoni

  La democrazia non può prescindere dal ricorso ai simboli politici, che tuttavia, quando vengono sottratti alla collettività e monopolizzati da una sola parte, rischiano di tradursi in demagogia e populismo, come ci ha confermato l’ultimo ventennio di storia italiana. La politica deve ritrovare, partendo proprio dai simboli, il suo valore demiurgico e recuperare i cittadini sul terreno del confronto critico.

Dizionario civile

Indignazione

di Silverio Novelli

  Il Censis non ha parlato di indignazione, entità sfuggente che poggia un piede nella psicologia e l’altro nella morale, ma certamente ha pensato alle rabbie organizzate dei No Tav, degli Indignati, dei fautori dell’antipolitica, quando ha qualifi cato come «antagonismo errante» quell’arcipelago fl uido e trans-ideologico di soggetti che non riescono più a «fare “rintracciamento” » e subiscono, più di altri, la crisi delle sovranità tradizionali, sentite distanti dalla realtà concreta e tangibile di ciascuno: indignazione, quindi, per il cinismo affaristico di una casta chiusa e tetragona di politici vecchi e parassiti («zombie in preda ad attacchi epilettici», Grillo dixit).

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