Dal bipolarismo al multipolarismo asimmetrico

Di Roberto Menotti Mercoledì 05 Novembre 2014 17:26 Stampa

Se la caduta del muro di Berlino e il successivo disfacimento del sistema di blocchi contrapposti hanno alimentato le aspettative di quanti auspicavano una gestione multilaterale e consensuale almeno dei temi di rilevanza globale, il ruolo dominante giocato dagli Stati Uniti, soprattutto dopo la scomparsa dell’URSS, poteva far prevedere l’emergere di tentazioni “unipolariste” da parte di Washington. Nel percorso verso un difficile multipolarismo si sono inserite poi le variabili costituite da un’Europa incapace di farsi attore credibile e coeso sulla scena internazionale, dalle potenze cosiddette emergenti poco disposte a essere semplicemente assorbite nel sistema di regole globali definite dall’Occidente e da una ONU sostanzialmente inefficace. L’11 settembre e la crisi economica del 2008 hanno ulteriormente spostato l’asse del multipolarismo, dimostrando che la capacità di influenza e di interferenza degli Stati Uniti – nel campo della sicurezza, in quello economico e persino in quello culturale – rimane tuttora ineguagliata.

La rivista è disponibile nelle edicole delle principali città, oppure è possibile sottoscrivere un abbonamento, qui tutte le informazioni.
Acquista la rivista

Abbonati alla rivista