Bari, presente e futuro di una città che vuole crescere

Di Antonio Decaro Venerdì 02 Settembre 2016 15:21 Stampa

In due anni di amministrazione, tanti sono gli interventi attuati per risolvere i problemi concreti e attuali dei cittadini e, al contempo, per dare a Bari solide fondamenta per costruire un futuro in cui la città possa essere elemento propulsore della crescita e dello sviluppo della comunità e del territorio. Per trasformarla in una realtà dinamica, solidale e sostenibile. Dinamica perché in grado di attirare competenze e di innescare processi di sviluppo economico e culturale; solidale, ossia in grado di offrire servizi adeguati, garantendo le stesse opportunità a tutti i cittadini e operando per incrementarne il benessere; sostenibile perché tutela il suolo, l’aria, l’acqua, l’energia e per ciò stesso la qualità della vita dei suoi abitanti.

Fare il sindaco è il mestiere più bello del mondo e, allo stesso tempo, il più difficile, perché il Comune è oggi l’istituzione che i cittadini percepiscono più vicina ai loro bisogni: è al sindaco che essi rivolgo­no le loro richieste, affidano le proprie speranze e raccontano le diffi­coltà di ogni giorno. Lo dice un’indagine SWG, pubblicata a ottobre 2015, secondo cui il 72% degli italiani ritiene quella del sindaco la figura politico-istituzionale più determinante per la vita e la crescita dell’intero paese. Questa fiducia, in una fase complessa come l’attua­le, rende il nostro ruolo estremamente delicato, perché dobbiamo ascoltare mille storie di dolore quotidiano, che rischiano di diventare un’ossessione. Ed è questa ossessione che dobbiamo essere capaci di trasformare in concretezza e azione, tornando ogni giorno in trincea per cercare soluzioni ai problemi delle persone, per dare risposte ai bisogni dei nostri territori, tenendo sempre fisso lo sguardo al futuro perché siamo responsabili anche della crescita e dello sviluppo delle nostre comunità. Una crescita che va incoraggiata, accompagnata, sostenuta. Ed è quanto abbiamo intenzione di realizzare insieme al governo a partire dagli ultimi interventi introdotti nella proposta di legge di stabilità. Nel 2016, per la prima volta, la legge di stabilità non prevede alcun taglio alle risorse dei Comuni; al contrario, con l’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità, questi tornano a essere protagonisti della ripresa economica attraverso lo sblocco dell’avanzo di bilancio, che potrà essere investito in opere e in­frastrutture pubbliche.

Per poter fare quel salto di qualità che ci chiedo­no i cittadini dobbiamo procedere speditamente, senza restare imbrigliati in procedure farragino­se e anacronistiche: è tempo di avere finalmente una legislazione sugli appalti degna di un pae­se civile, che non ci metta di fronte a continui problemi applicativi e interpretativi, e che non produca contenziosi che si prolungano all’infi­nito bloccando di fatto le amministrazioni. Un esempio drammatico, nella mia città, riguarda il completamento del­la bonifica dell’area ex Fibronit, la fabbrica di cemento-amianto che nel corso del tempo ha provocato oltre 400 vittime per mesotelioma pleurico. Ebbene, la gara per la bonifica permanente del sito, una gara estremamente complessa, che ha richiesto e ottenuto l’autoriz­zazione del ministero dell’Ambiente e che è stata aggiudicata a luglio del 2014, non è mai partita a causa del susseguirsi dei ricorsi. Questo non significa soltanto bloccare di fatto una grande opera pubblica di risanamento ambientale a tutela della salute dei cittadini ma anche rinunciare a fare giustizia e a risarcire moralmente i familiari delle vittime. Lo dico da sindaco, da ingegnere, da rappresentante di una classe dirigente che ha voglia di fare e che non può essere soffocata da quella che ormai è diventata la burocrazia dell’adempimento forma­le. Dobbiamo stimolare il governo alla definizione di uno strumento che sancisca un punto di equilibrio tra prevenzione dei comporta­menti e dei reati corruttivi ed esigenza di non gravare ulteriormente l’organizzazione amministrativa. Perché se gli amministratori sono il motore della ripresa del paese, devono essere messi nelle condizioni di poterlo fare. La città di Bari nell’ultimo anno, su questo fronte, ha dato prova di grande dinamismo e con orgoglio possiamo affermare che, grazie al lavoro intenso della macchina amministrativa e a un input chiaro dell’amministrazione comunale, abbiamo raddoppiato la spesa per gli investimenti, assicurando tempi certi per i pagamenti alle aziende. L’esercizio 2015 ha infatti registrato un cambio di rotta in tema di investimenti pubblici che ha reso possibile sostenere spese in conto capitale per un importo di oltre 61 milioni di euro, con un incre­mento del 58,44% rispetto al 2014 e dell’80,47% rispetto al 2013. A questo, sempre in tema di pagamenti, si aggiunge che nel 2015 l’amministrazione ha registrato una performance di gran lunga supe­riore sui tempi di pagamento ai fornitori rispetto all’esercizio 2014, abbattendo i tempi fino a 17 giorni rispetto alla media nazionale dei 40. Nel 2015 sono stati emessi 1743 mandati di pagamento in favore di imprese del territorio contrattualizzate per lavori in favore della pubblica amministrazione e della città di Bari. A partire da tale dato è stato calcolato che nel solo 2015 questo volume di investimenti ha generato sul territorio una ricaduta socioeconomica considere­vole in termini occupazionali. Vogliamo garantire alle imprese che lavorano con la pubblica amministrazione a Bari e nell’area metro­politana barese velocità e affidabilità in una situazione che per troppi anni ha determinato instabilità e precarietà nelle imprese e, a cascata, sui lavoratori, a causa dei vincoli di un Patto di stabilità asfissiante. Stiamo cercando di contribuire alla ripartenza delle attività produt­tive e dell’economia territoriale nei limiti delle competenze dell’ente locale, consapevoli che gli imprenditori hanno bisogno di fiducia da parte delle istituzioni, di tempi certi e di procedure semplificate.

A Bari abbiamo scelto di investire su misure che generassero lavoro sia sul fronte del welfare attivo sia in relazione alle opere pubbliche, immettendo risorse che a loro volta producessero valore. Attualmen­te, sul territorio cittadino sono all’opera diversi cantieri di grandi opere, tra cui il ponte strallato dell’asse nord-sud, la riqualificazione del waterfront di San Girolamo, il centro direzionale nella zona PIP di Santa Caterina, la bonifica dell’ex Gasometro, la riqualificazione del giardino Isabella d’Aragona e il sistema ITS-infomobilità e cen­tralizzazione semaforica e impianti di videosorveglianza. Mentre altri grandi interventi di rigenerazione urbana sono finanziati e pronti a partire: la riqualificazione del Teatro Margherita e dell’immobile dell’ex Mercato del pesce, che ospiteranno il Polo delle arti contem­poranee, e la realizzazione del Polo bibliotecario regionale all’interno dell’area della ex Caserma Rossani, dove sorgerà anche un grande parco urbano e il grande obiettivo di far tornare a vivere la ex manifattura dei tabacchi, un edi­ficio storico, simbolo dello spirito produttivo e imprenditoriale dei baresi. Mi piace sempre pensare che laddove c’era il lavoro c’era anche l’emancipazione di una popolazione: nota è la storia della prima consigliera donna del Comu­ne di Bari che era una tabacchina. Questo non vuole essere un elenco sterile di opere pubbliche ma la testimonianza che ormai Bari può e deve rappresentare un altro Sud, un Sud che non si lamenta e non elemosina fondi al governo cen­trale. Bari è oggi un Sud che propone, che progetta il suo sviluppo e che ha una visione che parla di Mediterraneo, Europa, multicultura­lità, innovazione tecnologica, riuso e rigenerazione, open fibra e arte contemporanea.

Per questo, ogni giorno – da quando sono diventato sindaco sono passati ormai due anni – insieme agli assessori della mia giunta, stia­mo costruendo il futuro di questa città, realizzandolo un pezzo alla volta, con piccole azioni quotidiane e grandi passi in avanti verso la soluzione di questioni importanti di cui questa città discute da più di venti anni. E ogni volta che abbiamo messo un mattoncino, come nel gioco del tetris, abbiamo guardato già al successivo e a quello successivo ancora. In questi due anni ci siamo occupati della vita dei baresi, e nel frattempo abbiamo posto le basi per migliorare quella dei loro figli. Siamo partiti dai problemi che più frequentemente i cittadini mi hanno posto durante gli incontri che dedico loro setti­manalmente, e ogni volta che li incontro per strada: la casa e il lavo­ro. Su entrambi questi fronti abbiamo avviato iniziative innovative e dato risposte concrete: un piano straordinario di edilizia popola­re che ci permetterà nei prossimi due anni di consegnare 220 case, dopo le 112 già assegnate, e di avviare la realizzazione di altre 470. Abbiamo siglato il protocollo d’intesa per il social housing e varato il primo bando della storia della città per la morosità incolpevole. In un’ottica di welfare attivo, abbiamo avviato i Cantieri di cittadinanza per offrire concrete opportunità di lavoro a 400 persone disoccupate che per sei mesi ricevono 400 euro mensili per tirocini formativi presso aziende e realtà del territorio.

I risultati ottenuti fino a oggi (luglio 2016), raccontano un trend asso­lutamente positivo: 120 cantieri terminati e 3175 colloqui comples­sivamente effettuati per una platea di 1149 cittadini (risultati idonei al bando), 27 tirocini si sono trasformati in contratti di lavoro. Paral­lelamente, abbiamo affrontato e individuato soluzioni per questioni che da molti anni attendevano risposte: l’allocazione del Polo della giustizia, la riqualificazione della Caserma Rossani e della Manifattura Tabacchi, coniugando più obiettivi strategici: riempire i vuoti urbani rappresentati dai grandi contenitori dando risposte e prospettive ai bisogni dei cittadini. In questi due anni di mandato abbiamo istruito le procedure per la riqualificazione degli spazi e dei luoghi individuati, così da dare ai cittadini la possibilità di tornare a viverli.

Con il progetto sulla ex Caserma Rossani abbiamo avviato la più grande riqualificazione urbana di uno spazio pubblico della città – 8 ettari di superficie e 5 edifici, vincolati dalla Sovrintendenza – coin­volgendo la cittadinanza in un autentico processo di partecipazione. Nelle prossime settimane inaugureremo il primo edificio riqualifi­cato dell’area, che diventerà la sede dell’Urban Center, la casa della partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica. Finalmente il “Miglio della cultura” sta prendendo forma: il Comune di Bari ha acquisito al patrimonio comunale il Teatro Margherita e l’ex Mercato del pesce, grazie a un’intesa triango­lare che vede protagonisti il Comune di Bari, la Regione Puglia e lo stesso Mibact. Il teatro Mar­gherita e l’ex Mercato del pesce, insieme alla Sala Murat, saranno riqualificati grazie a un finanzia­mento complessivo di 10 milioni di euro rive­nienti dal “Patto per Bari”. In queste settimane stiamo avviando i cantieri di entrambi gli edifici storici. Così facendo il Polo delle arti contemporanee della città di Bari, che si avvarrà anche degli spazi della Sala Murat, nel frattempo affidata in gestione a una giovane azienda del territorio, sarà realtà.

Se è vero che la città ha bisogno di una buona amministrazione quo­tidiana, è altrettanto vero che un’amministrazione ha bisogno dei suoi cittadini. Per questo, a febbraio 2015, abbiamo avviato il pro­ getto “Bari per bene”, un patto di collaborazione tra amministrazio­ne e cittadini per una rinnovata cura della città. Noi abbiamo dato il buon esempio e, già nei primi mesi di mandato, ci siamo impegnati nella chiusura di tutti i cantieri in corso restituendo 10 spazi pub­blici alla fruizione dei cittadini. Alle opere che i cittadini vedranno realizzate e completate nei prossimi mesi e nei prossimi anni voglio aggiungere un grande sogno, per condividerlo con tutti i baresi. Bari deve riscoprire il proprio legame con il mare, operando una ricucitu­ra non solo fisica ma anche e soprattutto sociale, per valorizzare tra­dizioni e saperi e per far sì che i suoi oltre 40 chilometri di costa siano luogo privilegiato della vita quotidiana e del tempo libero dei baresi.

La nostra idea di città intelligente vede Bari dinamica, solidale e so­stenibile. Perché una città dinamica è in grado di attirare competenze e di innescare processi di sviluppo economico e culturale basati sulla creatività dei nostri talenti e sulla capacità di innovare delle imprese. Una città solidale può offrire servizi adeguati, garantendo le stesse opportunità a tutti i cittadini, operando per incrementarne il benes­sere. Una città sostenibile tutela il suolo, l’aria, l’acqua, l’energia e per ciò stesso la qualità della vita dei suoi abitanti: i cittadini, con le loro necessità, le loro ambizioni e aspirazioni di dare un futuro migliore ai loro figli, contribuiscono a definire le priorità d’intervento e indica­no le modalità per raggiungere gli obiettivi strategici fissati dall’am­ministrazione, anche condizionandone le scelte operative. Questo un sindaco deve fare: tenere i piedi per terra per prestare la giusta atten­zione alla gestione quotidiana dell’amministrazione che incide sulla vita delle persone e non rinunciare mai ad avere la testa tra le nuvole per sognare la città del domani offrendole una prospettiva di crescita.