attivista politico, è coordinatore nazionale di Youth, Entrepreneurship & Sustainability (YES – Egypt).
– Riceviamo e volentieri pubblichiamo –
La rivoluzione in Egitto è definitivamente fallita? Gli uomini di Mubarak sono stati scagionati, le prigioni si riempiono degli attivisti che affollarono piazza Tahrir e al governo c’è un regime che trae la sua legittimazione internazionale anche dalla lotta al terrorismo.
I decreti recentemente promulgati dal presidente Morsi, per essere poi ritirati sotto la spinta delle rivendicazioni popolari, hanno rivelato la natura fondamentalmente conservatrice del regime dei Fratelli Musulmani e la sua mancata osservanza dei principi della rivoluzione.
L’elezione di Mohammed Morsi ha effettivamente messo la parola fine alla rivoluzione egiziana? La crisi economica attanaglia il paese e la popolazione sembra al momento più interessata a questa che al cambiamento politico. Eppure la transizione verso la democrazia è ancora lontana dal suo completamento. È possibile che ci si debba aspettare qualche altra mossa da Piazza Tahrir?
All’inizio dello scorso anno l’anelito verso la dignità e la giustizia sociale aveva fatto riversare centinaia di migliaia di egiziani per le strade. Oggi l’Egitto ha un Parlamento democraticamente eletto, ma è lecito chiedersi se gli obiettivi della rivoluzione siano stati effettivamente raggiunti. Le elezioni hanno realmente sancito la fine del regime e la fine della rivoluzione?