Displaying items by tag: finanza

Crisi finanziaria internazionale e politica italiana

Se è ormai chiaro che la gestione politica della persistente crisi finanziaria è divenuta compito primario delle banche centrali e delle grandi istituzioni finanziarie internazionali e, soprattutto, dipende dai complessi rapporti di queste con l’ipertrofico e instabile sistema della finanza globale, quale può essere il concreto rapporto tra questa situazione globale e la politica dell’Italia?

Tassare le transazioni finanziarie non è più un tabù

L’autorizzazione concessa dall’Ecofin del 22 gennaio scorso all’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, pur essendo un’iniziativa apprezzabile in sé, rischia, se rimarrà il solo provvedimento in tal senso, di mancare l’obiettivo del contrasto all’eccesso di rischiosità nella speculazione finanziaria. È necessario che essa diventi invece il primo passo nel più ampio processo di revisione dell’architettura istituzionale che regola i sistemi monetari e finanziari internazionali.

Riformare il sistema finanziario per uscire dalla crisi

Sbaglia chi pensa che la crisi economico-finanziaria in corso, le cui origini risalgono al 2007, sia prossima alla fine. Ogni previsione su questo punto rischia di risultare inesatta, soprattutto perché chi si occupa di analizzarne i risvolti lo fa senza tener conto del problema nella sua interezza ma spezzettandolo in ambiti geografici o in problematiche settoriali. Questo permette, fra l’altro, di ignorare il vero nocciolo della questione: lo strapotere della finanza.

Editoriale. 2012: un mondo nuovo?

Non sappiamo quali problemi di politica economica e internazionale affliggessero i Maya, e se quindi fra le possibili cause di una “fine del mondo” vista con i loro occhi potessero annoverarsi radicali mutamenti dello scenario geopolitico o dissesti finanziari su scala planetaria. È certo però che noi, a partire dall’autunno 2011 e per tutto il 2012, assisteremo a numerosi, importanti cambiamenti al vertice dei principali attori dello scenario mondiale; avvicendamenti di cui si possono intuire gli effetti su un contesto internazionale già di per sé segnato da profondi mutamenti.

Dopo la crisi: riflessioni e prospettive

Sono passati quasi tre anni dall’inizio della crisi finanziaria e ancora non si può dire che sia stata superata. La ripresa in atto appare incerta e stentata. Inoltre non esistono interpretazioni generalmente condivise né sulle sue cause, né sulle terapie da adottare. In questo contesto di incertezza può essere utile qualche breve riflessione di carattere generale.

Il numero 3/2010

“L’errore di chi crede che l’esperienza religiosa sia un fatto residuale nella modernità comporta spesso, in chi lo ha commesso, l’idea sbagliata che le religioni contino per ciò che fanno (di progressista o di conservatore) e non per ciò che sono”. Per non indugiare anche noi nell’errore abbiamo voluto interrogarci su cosa sia il cristianesimo oggi, sul senso del coinvolgimento della Chiesa e dei cattolici nella costruzione della convivenza civile e nella vita politica nel nostro paese e in Europa, su quale sia la visione dell’uomo sottesa alla più recente evoluzione della dottrina sociale della Chiesa, sull’influenza che la Chiesa conserva in una società secolarizzata quale quella europea di oggi.

La finanza per l'innovazione e l'imprenditorialità

La rilevanza dell’innovazione per la competitività delle imprese richiede che, nel novero delle politi­che e delle misure a sostegno di essa, si includano strumenti per facilitare l’apporto di capitale di ri­schio alle imprese innovative. In Italia sono state at­tuate diverse iniziative a livello nazionale e regiona­le, queste ultime basate sull’utilizzo di Fondi Strut­turali e su partnership con operatori privati.

Il sistema industriale e finanziario italiano nella sfida internazionale

Al di là della retorica sul declino, il sistema economico e finanziario italiano sta dando segni di ripresa e cambiamento. Il mondo bancario sta assistendo a importanti mutamenti che non riguardano solo nuovi fenomeni di aggregazione ma, più in generale, un riposizionamento nel settore dei servizi finanziari avanzati. Su questi temi la Fondazione Italianieuropei organizza un workshop che si terrà dal 1 al 3 dicembre a Sesto San Giovanni (MI), presso l’Hotel Villa Torretta (www.villatorretta.it), a cui parteciperanno esponenti del mondo finanziario e industriale, imprenditori, esperti, leader politici e amministratori.

L'Italia e la new economy - Innovazione, impresa, finanza

L'economia della conoscenza si diffonde in Europa con modi rapidi e pervasivi, lasciando intravedere uno scenario di radicale incremento della produttività ma richiedendo alla politica un'azione altrettanto forte per il governo dell'innovazione. Quali sono le implicazioni di questo passaggio sugli assetti economici e sociali del nostro paese? Quali le conseguenze sulle strategie di sviluppo, sulle politiche per la formazione, sull'esclusione sociale? Esiste in Italia un circuito virtuoso tra innovazione tecnologica, iniziativa d'impresa e strumenti finanziari che possa permetterci di cogliere al meglio questa opportunità di innovazione? Quali passi può compiere la politica per favorirne il radicamento? La Fondazione Italianieuropei, nella sua vocazione di strumento di riflessione pubblica sugli scenari che accompagnano la selezione e l'europeizzazione delle nuove classi dirigenti, ha chiamato a discuterne economisti, imprenditori e operatori della finanza.

Squilibri e disuguaglianze nell'economia globalizzata

Da alcuni anni ormai le principali istituzioni economiche internazionali segnalano che il crescente deficit della bilancia dei pagamenti corrente degli Stati Uniti rappresenta il principale e più pericoloso squilibrio dell’economia mondiale. Tale deficit non è di origine recente, è nato all’inizio degli anni Ottanta nel corso della grande ristrutturazione economica avviata da Ronald Reagan e Margaret Thatcher che ha ridato alle economie anglosassoni, e in particolare a quella statunitense, il ruolo di traino dell’economia mondiale. Da allora esso è diventato strutturale, è persistito anche durante gli anni di Clinton nonostante la politica di rigore fiscale seguita da quella Amministrazione. Se tuttavia si considera la sua evoluzione nel tempo e soprattutto il passaggio dagli anni Novanta al XXI secolo, la storia di quel deficit mostra che il rapporto dell’economia statunitense con quella mondiale è cambiato.