Italianieuropei 3/2003

il Sommario

gli Articoli

Le cose da fare

L'Ulivo come soggetto politico del riformismo italiano

of Massimo D'Alema

È prassi che il significato politico di un’elezione amministrativa venga esaltato da chi le elezioni le vince e depresso da coloro che le perdono. Casomai si tratta di evitare gli eccessi che nella scorsa legislatura hanno spinto ripetutamente l’onorevole Berlusconi a parlare di un governo abusivo dopo la sconfitta dell’Ulivo in alcune tornate elettorali parziali. È bene non incorrere nello stesso errore. Il centrosinistra ha vinto, e bene, le elezioni del 25 e 26 maggio e quelle dell’8 e 9 giugno. Una vittoria netta, inequivoca, di quelle che non consentono agli sconfitti molti artifizi retorici.

 

Le cose da fare

Il peggio è passato, ma l'Ulivo deve crescere

of Enrico Letta

Ci siamo finalmente buttati alle spalle i due anni peggiori della legislatura. Una legislatura che, con una schiacciante maggioranza sia alla Camera sia al Senato, come non si vedeva da molti decenni, per chi sta all’opposizione non poteva che tramutarsi, soprattutto nella fase iniziale, in un incubo. A rivedere con gli occhi di oggi il tempo trascorso da quel 13 maggio del 2001 l’esercizio di analisi su dinamiche e tendenze interne all’opposizione è tutt’altro che retorico. Ci siamo trovati di fronte una maggioranza partita con significative posizioni di vantaggio. Le principali sono di natura politica. Quella quantitativa anzitutto.

 

Le cose da fare

I simili con i simili, per la casa comune dei riformisti

of Ugo Intini

Dopo due anni di governo, gli italiani hanno capito che Berlusconi ha vinto le elezioni politiche perché è un grande venditore, ma è un venditore senza prodotto. Non una sola delle sue promesse è stata infatti mantenuta e i cittadini gli hanno voltato le spalle alle elezioni amministrative. Nei Comuni, nelle Province, in Friuli, hanno trovato una alternativa credibile nel centrosinistra e lo hanno votato.

 

Due mesi di Politica

Un semestre a rischio per l'Italia e per l'Europa

of Umberto Ranieri

Quello che si è aperto il primo luglio sarà con ogni probabilità l’ultimo semestre di presidenza italiano dell’Unione europea. Dopo l’entrata in vigore del nuovo Trattato costituzionale avremo forse presidenti italiani del Consiglio europeo, ma non avremo più la possibilità come paese di guidare l’Unione per sei mesi. Basterebbe questo – il commiato dell’Italia dal meccanismo della presidenza a rotazione – per dare al semestre un’aura del tutto particolare. La verità è che il semestre di presidenza italiana si colloca in un passaggio storico della vita dell’Unione: il 15 ottobre avrà inizio la Conferenza intergovernativa i cui lavori dovranno, sulla base delle conclusioni raggiunte dalla Convenzione, culminare in una vera Costituzione europea.

 

Due mesi di Politica

Il «metodo Illy» Le ragioni del voto in Friuli Venezia Giulia

of Paolo Segatti

In Friuli Venezia Giulia nelle elezioni politiche del 2001 tra l’insieme dei voti ai partiti dell’Ulivo, più Rifondazione e la lista Di Pietro, e i voti ai partiti della Casa delle Libertà vi erano dieci punti percentuali di differenza (percentuali calcolate sui voti validi). Un dato, questo, che vale la pena fissare come riferimento prospettico per capire il significato di quanto accaduto l’8 e 9 giugno scorso. Dieci punti di differenza sono un’enormità sul piano dei comportamenti di voto. Averli superati rappresenta un successo non scontato.

Il caso italiano

Il programma e il «popolo indistinto»

of Salvatore Biasco

De Rita ha spesso esortato – non ultimo, parlando come invitato alla Convenzione di Milano dei Democratici di Sinistra – a porre l’elaborazione del programma nello sfondo di una lettura della società italiana che abbia al centro le caratteristiche molecolari della sua connotazione. E, attraverso questo passaggio, risalire a una lettura politica che faccia ascendere in primo piano il «popolo indistinto» e si ponga la sfida di prefigurare per esso un protagonismo politico. Al «popolo indistinto» non si possono offrire parole d’ordine indistinte, dice De Rita. E tali sono «pace», «diritti», «persona» ecc. Queste e altre possono fare appello alle emozioni; ma le emozioni durano, se suscitate, fino a che sono chiamate a manifestarsi in azioni collettive.

Il caso italiano

La frustrazione del parlamentare. La rappresentanza politica vista dagli eletti

of Guido Legnante

Studiare gli elettori visti dai politici Il voto, un meccanismo molto semplice, è un modo estremamente sintetico per esprimere le preferenze politiche dei cittadini. Nell’analizzare i comportamenti elettorali è spesso difficile già ricostruire che cosa sia successo in termini di flussi di voto. Ancora più difficile, e oggetto di accanite controversie, è chiedersi perché gli elettori abbiano votato in un modo piuttosto che in un altro. È chiaro, dal risultato, quali élite siano state selezionate per i ruoli di governo, ma i contenuti di tale mandato a governare possono solo essere ipotizzati sulla base di altri strumenti, come i sondaggi, i programmi dei partiti e le dichiarazioni dei leader o anche, ex post, le decisioni di governo.

 

Il caso italiano

Movimenti e partiti: l'esperienza toscana

of Marco Filippeschi

Il tema del rapporto tra movimenti, partiti e coalizioni politiche ha segnato la fase più recente del dibattito pubblico a sinistra. I risultati elettorali positivi conseguiti dai DS e, complessivamente, dal centrosinistra in due turni elettorali amministrativi importanti forse aiuteranno a sviluppare una discussione più utile e meno viziata dalla volontà di indebolire, ai diversi livelli, la leadership della sinistra.

 

Osservatorio Economico

Imposta negativa, universalismo e incentivo al lavoro. Le linee di una riforma

of Claudio De Vincenti e Corrado Pollastri

Nella scorsa legislatura non sono mancati interventi redistributivi di un certo rilievo volti a rafforzare istituti esistenti o a introdurne di nuovi per il contrasto della povertà e per il sostegno alle responsabilità familiari: dall’aumento delle detrazioni IRPEF per carichi familiari a un più complessivo riassetto dell’imposta volto a sostenere i redditi personali e familiari (riduzione delle aliquote IRPEF e ridefinizione degli scaglioni di reddito, aumento delle detrazioni da lavoro e pensione concentrato soprattutto sui redditi più bassi); dall’aumento degli assegni al nucleo familiare a quello delle pensioni sociali e delle pensioni minime; dall’introduzione dell’assegno di maternità e di quello per i nuclei con almeno tre figli minori alla sperimentazione del Reddito minimo di inserimento.

 

Osservatorio Economico

Le cause del declino italiano

of Ferdinando Targetti

Dagli anni Settanta si assiste a una caduta tendenziale del saggio di crescita medio annuo del prodotto effettivo e del prodotto potenziale della nostra economia. Negli anni Settanta il saggio di crescita effettivo è stato del 3,6%; negli anni Ottanta il saggio di crescita effettivo è stato del 2,4% e quello potenziale del 3%; negli anni Novanta: effettivo 1,5%; potenziale 2%; nel 2001-2003: effettivo tra 0 e 1%, potenziale tra 1 e 2%.

 

Europa Europe / Israele-Palestina: la mappa e la pace

Israele: quale pace nella terra dei miracoli?

of Manuela Dviri Vitali Norsa

Io stessa, se sto via da Israele per più di una settimana, mi dimentico dell’intensità della vita qui, in questa terra magica che dicono santa, ma è di certo anche maledetta e disgraziata. No, non la rimuovo dalla mia coscienza. Dimentico soltanto la violenza delle sensazioni che questo paese provoca: amore, tanto amore, ma anche odio, rabbia, disperazione, apatia, violenza, paura e, in molti, fede, molta fede. Anche troppa. Che cos’ha di magnetico questa terra? Perché proprio qui?

 

Europa Europe / Israele-Palestina: la mappa e la pace

Palestina: tutte le debolezze della Road Map

of Zakaria Al Qaq

Non sono pochi i punti della Road Map che lasciano pensare ad una evidente parzialità a favore d’Israele e ad un’ingiustizia nei confronti dei palestinesi. Ed è del tutto legittimo interrogarsi sulle ragioni che spingono i palestinesi ad accettare quella prospettiva di accordo e gli israeliani a nutrire più di una riserva nei suoi confronti. Il punto di forza della Road Map è nell’indicazione di un obiettivo finale: la creazione di due Stati – Israele e Palestina – che siano sovrani, democratici e affidabili l’uno verso l’altro. Un obiettivo che equivalga alla conclusione, entro il 2005, del conflitto israelo-palestinese.

 

Europa Europe / Israele-Palestina: la mappa e la pace

Un percorso a ostacoli per la pace. Il testo completo della Road Map

of Redazione

Il presente documento è una Road Map operativa e mirata, con fasi distinte, tempi d’attuazione, scadenze e capisaldi specifici. Grazie all’impegno di entrambe le parti, essa mira a conseguire avanzamenti in campo politico, economico, umanitario e in quello della sicurezza e della creazione di istituzioni, sotto l’egida del Quartetto (Stati Uniti, Unione europea, Nazioni Unite, e Russia). Obiettivo finale è la completa risoluzione del conflitto israelo-palestinese entro il 2005, come già delineato nell’intervento del Presidente Bush del 24 giugno, e sottoscritto da UE, Russia e ONU nelle dichiarazioni ministeriali del Quartetto del 16 luglio e del 17 settembre.

 

Dopo l'11 Settembre

Le Nazioni Unite tra potenza e consenso

of Ennio Di Nolfo

È probabile che pochi abbiano fatto caso a un’infelice analogia. Il 22 maggio, nel deliberare la sospensione delle sanzioni contro l’Iraq, il Consiglio di sicurezza dell’ONU effettuava due scelte di un certo rilievo. In primo luogo, esso assumeva come legittima (poiché nessuno alludeva nemmeno remotamente alla possibilità di un’interpretazione divergente) la decisione statunitense di attaccare in marzo l’Iraq, in assenza di un voto del Consiglio stesso e, verosimilmente, in contraddizione, magari non sostanziale ma certo formale, con gli articoli 39 e seguenti della Carta.

 

Dopo l'11 Settembre

Quo vadis ONU?

of Giandomenico Picco

Negli ultimi mesi, molti hanno espresso l’opinione che l’impatto della crisi irachena avrebbe avuto un effetto devastante sulle Nazioni Unite. Molte di queste opinioni furono manifestate all’avvicinarsi del conflitto. Per diversi motivi fu prevista la rovina dell’ONU. Simili pareri erano già stati espressi nel 1999, quando alcuni Stati membri decisero di usare la forza in Kosovo senza l’approvazione dell’ONU. Non ci fu alcuna riunione del Consiglio di sicurezza, e non si contemplò neppure la possibilità di una risoluzione che implicasse il ricorso all’uso della forza. Le Nazioni Unite non fecero parte del processo decisionale e la loro sede non fu neppure utilizzate per dibattere la questione.

 

Le storie

Diario americano

of Giulio Sapelli

Gli alberi del mio giardino, dove gli scoiattoli ogni mattina si arrampicano sin sul davanzale della finestra al pian terreno, da dove li vedo correre furtivi, sono bianchi di neve e tutto sembra immerso in un’irreale cortina di nebbia stopposa. Mi hanno appena consegnato le chiavi del mio piccolo appartamento nei palazzi dietro Washington Square dove ha sede l’Eric Remarque Institute, che mi ospita per più di un mese qui a New York, consentendomi di usufruire dei servizi di una buona segreteria, di un discreto ufficio presso la New York University e di un clima informale quanto mai piacevole.

 

Versus

Istruzione, formazione, Costituzione

of Giuseppe Bertagna

Rifletto su tre dati di fatto, sui quali – mi pare – risucchiati spesso da polemiche pregiudizialmente ostili, faziose e ideologiche, si discute troppo poco, rischiando così di schiacciare l’attuale momento di politica scolastica e formativa più su tatticismi di schieramento che sui nodi di scelte strategiche, decisive per il futuro del nostro paese e per la qualità della nostra democrazia.

 

Versus

Una scuola palindroma

of Roberto Maragliano

Questa storia la conosco Sembra di assistere a un film già visto. Una maggioranza parlamentare, non importa quanto grande, dopo estenuanti lavori orientati a individuare significanti aperti a un arco il più possibile ampio ed eterogeneo di significazioni, vara un testo di riforma complessiva della scuola. Illeggibile ai più, come buona parte dei documenti d’analoga fattura. Ma tant’è.

 

Versus

Ma la legge Moratti è regressiva

of Andrea Ranieri

La ragione fondamentale per cui è assolutamente essenziale tenere insieme la ferma opposizione alla legge Moratti e la ricerca di tutte le strade possibili per portare avanti un percorso di cambiamento della scuola, è data dal fatto che siamo stati noi a volere e a promuovere la riforma della scuola, mentre la legge Moratti tende a chiudere gli spazi di cambiamento e di innovazione che la spinta riformatrice del centrosinistra e della parte migliore della scuola italiana ha posto in essere.

 

Policy Network/ Progressive Governance Conference Londra 11-13 luglio 2003

Diritti e responsabilità. Come approfondire e democratizzare i regimi progressisti

of Tom Bentley

Agli inizi del Ventunesimo secolo, la sfida progressista consiste nel definire l’azione e le forme dello Stato, e nel formulare regole comuni in modi tali da tenere conto della diversificazione sociale e organizzativa attuale con questi obiettivi sullo sfondo: la giustizia sociale, il bene pubblico e l’interesse comune. Per un compito di questa entità è essenziale trovare la giusta combinazione di diritti e responsabilità, che incarni nella pratica quella sintesi tra autonomia individuale e impegno reciproco che è necessaria per la realizzazione dei valori progressisti.

 

Policy Network/ Progressive Governance Conference Londra 11-13 luglio 2003

Investire nei bambini per combattere il peso dell'eredità sociale

of Gosta Esping-Andersen

I nostri modelli di welfare sono stati progettati alcune generazioni fa, e sono inevitabilmente figli della loro epoca. Essi rispecchiano infatti la struttura dell’occupazione e della famiglia e il profilo di rischio dai quali sono stati generati. I welfare state di molti paesi continuano a favorire nettamente i settori anziani della società: sono i pensionati a beneficiare in misura maggiore della redistribuzione delle risorse, mentre diminuiscono gli investimenti per bambini e giovani. Ed è largamente condiviso l’assunto secondo cui spetta alle famiglie farsi carico delle responsabilità di assistenza: la dimensione dei trasferimenti prevale dunque rispetto a quella dei servizi.

 

POLICY NETWORK / Progressive Governance Conference Londra 11-13 luglio 2003

Immigrazione ed integrazione sociale

of Nicola Rossi

L’immigrazione non è fenomeno destinato a scomparire. È un’esigenza demografica ed economica dei paesi di destinazione ed una valvola di sicurezza per quelli d’origine. È una speranza per molti individui alla ricerca di un modo per migliorare le proprie condizioni di vita. Eppure i paesi ospitanti sembrano oramai ingabbiati in un circolo vizioso. Dove politiche restrittive generano una composizione non ottimale dei flussi migratori legali ed illegali la quale, a sua volta, non fa che accrescere le difficoltà incontrate dagli immigrati nel mercato del lavoro e, di conseguenza, l’ostilità dei cittadini nei loro confronti che inevitabilmente finisce poi per tradursi in politiche ancora più restrittive e discriminatorie.

 

POLICY NETWORK / Progressive Governance Conference Londra 11-13 luglio 2003

Il fondamentalismo del libero mercato e l'American Business Model

of John Kay

Per quanto pesto e malconcio, nella politica economica di oggi l’American Business Model (ABM) assolve il ruolo che per tanto tempo è stato del socialismo. Tutte le posizioni politiche, anche quelle ostili, sono definite in base al loro rapporto con il modello. I termini «globalizzazione» e «privatizzazione» hanno spiazzato dalla discussione i termini «capitale» e «classe». L’etichetta «forze di mercato» evoca immediatamente reazioni ostili o reazioni favorevoli.

 

Novecento

Confini orientali: le foibe e i tabù della storia

of Marco Coslovich

Ripensare al passato rinunciando ai paradigmi dell’ideologia «classica»: oggi la sinistra italiana è impegnata su questo versante. La riformulazione e la valorizzazione del suo patrimonio politico e ideale, parte, infatti, dalla rilettura che saprà fornire della storia. Un esempio? Il significato della vittoria che sancì la fine del secondo conflitto mondiale. Non nascondiamoci che per lungo tempo la sinistra comunista considerò la vittoria come una vittoria dimezzata.

 

Le idee

Grandi Fratelli. Narrazioni e individui oltre il libero arbitrio

of Alessandro Agostinelli
 
C’è una nuova condizione antropica oggi: la fama modesta. La fama non è più gloria di gesta riportate da testimoni (storici o giornalisti sportivi che siano); non è leggenda articolata narrativamente dal cronista (si tratti delle storie su Gesù o Jim Morrison poco importa al giovanilismo occidentale); non è la fortuna dell’autore scaturita dalla popolarità o dal valore delle sue opere, di qualunque arte siano (pittura, cinema o cos’altro). 
 

 

Archivi del Conservatorismo

Il sapiente e il gentiluomo. A proposito di Leo Strauss e di Neocons

of Edoardo Camurri

La filosofia ha le ironie che si merita. E in questi ultimi mesi è successo che un importante filosofo come Leo Strauss, morto nel 1973, sia finito sulle pagine dei giornali di tutto il mondo come l’ispiratore della strategia politica di George W. Bush e della sua amministrazione. Ne hanno parlato tutti, «New York Times», «Boston Globe», «Herald Tribune», «Weekly Standard», «Le Monde», «Il Corriere della Sera», «il Foglio», ecc. Ne abbiamo parlato anche noi, un paio di mesi prima che scoppiasse apertamente il caso, su «Il Riformista».