presidente di C.R.E.A. Sanità, insegna Economia sanitaria all’Università di Roma “Tor Vergata”.
Ogni giudizio in merito alla sostenibilità di una spesa va espresso in considerazione sia delle risorse disponibili sia delle priorità che si assumono. Nel caso specifico della spesa sanitaria, allora, occorre chiedersi non tanto se ci siano i margini per spendere di più in tutela della salute quanto se valga la pena investire in questo comparto, al fine non solo di porre rimedio alle sofferenze che il sistema manifesta, ma anche per offrire una migliore risposta in termini di presa in carico e qualità dei servizi oltre che di riduzione delle diseguaglianze in tema di salute.
Perché introdurre in un quaderno sulla sanità il tema della sussidiarietà? La risposta a questa domanda può assumere diverse angolazioni: si può richiamare la sussidiarietà come valore, che affonda le sue radici nel pensiero antico, e allo stesso tempo configura un modo per perseguire l’efficienza; si può argomentare che rappresenta un principio giuridico-politico a cui non è stata dedicata adeguata discussione sulle concrete modalità di realizzazione in sanità; e infine, sulla sussidiarietà pesa una ambivalenza che percorre tutta la legge 833/78 di istituzione del Servizio sanitario nazionale (ora regionalizzato).