Stefano Rodotà

Stefano Rodotà

giurista.

L'importanza dei beni comuni

Il dibattito sui beni comuni innescato dai referendum del 2011 ci obbliga a riflettere sulla necessità di superare schemi economici ormai obsoleti, fra cui il tradizionale binomio proprietà pubblica/proprietà privata. Parlare di beni comuni, oggi, significa includere nella riflessione anche l’accesso alla conoscenza, ai diritti, alla democrazia, agire nell’interesse delle generazioni future e svincolarsi dalle logiche del mercato e del profitto.


I diritti delle coppie di fatto

Nonostante la Costituzione affermi chiaramente il diritto di tutti i cittadini all’eguaglianza e alla dignità sociale, in Italia il riconoscimento delle coppie omosessuali stenta ad affermarsi. È tempo di superare pregiudizi ideologici e fondamentalismi: per quanto imperfetta, la sentenza 138/10 della Corte costituzionale rappresenta un buon punto di partenza per ripensare la questione delle unioni civili.

L’importanza dei beni comuni nella società di oggi

Il dibattito sui beni comuni innescato dai referendum ci obbliga a riflettere sulla necessità di superare schemi economici ormai obsoleti, fra cui il tradizionale binomio proprietà pubblica/ proprietà privata. Parlare di beni comuni, oggi, significa includere nella riflessione anche l’accesso alla conoscenza, ai diritti, alla democrazia, agire nell’interesse delle generazioni future e svincolarsi dalle logiche del mercato e del profitto.

Antropologia dell’homo dignus

La figura sociale introdotta dal costituzionalismo del secondo dopoguerra è quella dell’homo dignus, figura che il lavoratore, descritto nell’articolo 36 della nostra Costituzione, incarna in tutta la sua concretezza. Stefano Rodotà ne illustra le caratteristiche nella lezione tenuta lo scorso 6 ottobre all’Università di Macerata di cui pubblichiamo qui il testo integrale.

Antropologia dell’homo dignus di Stefano Rodotà

La figura sociale introdotta dal costituzionalismo del secondo dopoguerra è quella dell’homo dignus, figura che il lavoratore, descritto nell’articolo 36 della nostra Costituzione, incarna in tutta la sua concretezza. Stefano Rodotà ne illustra le caratteristiche nella lezione tenuta lo scorso 6 ottobre all’Università di Macerata di cui pubblichiamo qui il testo integrale.

Cittadinanza

Si può uscire dalla gabbia della cit­tadinanza identitaria? Può la citta­dinanza essere un fattore di inclusio­ne? Cittadinanza è parola carica an­che di ambiguità, e comunque segnata da una eredità pesante. Nell’ultima fase si è cercato di andare oltre una cittadinanza tutta risolta nel legame di sangue o nella nascita in un luogo determinato, identificando in essa so­prattutto un patrimonio comune che appartiene a ciascun essere umano, «un crocevia di suggestioni variega­te e complesse che coinvolgono l’iden­tità politico-giuridica del soggetto, le modalità della sua partecipazione po­litica, l’intero corredo dei suoi diritti e dei suoi doveri» (così Pietro Costa nella sua “Storia della cittadinanza in Europa”).