I servizi privi di rilevanza economica, che godono nel nostro paese di un’impostazione differente rispetto a quella propria del diritto comunitario, sono rivolti soprattutto alla persona e alla promozione della cultura e rappresentano, specialmente in tempo di crisi, un campo importante di sperimentazione di modelli gestionali innovativi. Tanto le ASP, aziende comunali che si muovono nell’ottica di integrare le politiche sanitarie con quelle sociali ed educative, quanto l’economia della cultura, che cerca di intrecciare in maniera feconda politiche territoriali e approccio culturale, dimostrano come questo tipo di servizi riguardi direttamente il rapporto tra cittadino e Stato e tra libertà e autorità.
L’elezione diretta del sindaco ha rappresentato una risposta convincente alla crisi politica degli anni Novanta. Si impone oggi la costruzione di nuovi scenari che consentano al governo delle città di trovare stabilità in un ordinamento rinnovato. Un forte ed efficiente sistema dei Comuni è il miglior antidoto contro i rischi di una “parcellizzazione in ventesimi” del nostro sistema paese.
Il modello delle relazioni interistituzionali non riesce a contenere e regolare la contrattazione politica secondo un obiettivo che guardi ad una composizione alta degli interessi. Il processo in atto che mira all’attuazione dei federalismi indica nuove forme di governance, ma sussiste il pericolo, esiziale per il sistema che si intende realizzare, o di un eccesso di governance o di una governance con una doppia personalità. Intervenire in questa materia è oggi necessario; è però opportuno anche tenere presente che concertazione fra gli esecutivi e innesto nel Parlamento degli interessi delle istituzioni territoriali possono rappresentare due momenti complementari e non alternativi della vita politica e istituzionale.