Guido Rivosecchi

Guido Rivosecchi

insegna Istituzioni di diritto pubblico all’Università di Napoli “Parthenope”.

Finanza delle autonomie speciali e federalismo fiscale

La disciplina della finanza delle autonomie speciali rivela ancora forti squilibri tra la valorizzazione di pregnanti principi di coordinamento e la conferma della separatezza che ha contraddistinto la nascita e l’evoluzione della specialità regionale. Anche la riforma sul federalismo fiscale non sembra idonea ad assicurare il contributo degli enti territoriali dotati di autonomia particolare ai vincoli costituzionali di perequazione e solidarietà che costituiscono riflesso del principio unitario.

La legge delega sul federalismo fiscale tra buone intenzioni e occasioni mancate

Nonostante gli equivoci che a volte si annidano dietroil cosiddetto federalismo fiscale, la legge delega rappresenta un significativo tentativo di ripresa del processo di attuazione del Titolo V della Costituzione, caratterizzato da un procedimento sufficientemente equilibrato tra governo, Parlamento e autonomie territoriali. Rimane invece qualche perplessità rispetto al conseguimento di quella fondamentale funzione di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario che anche la Corte costituzionale ha individuato come premessa per l’effettiva attuazione dell’autonomia finanziaria degli enti territoriali.

Il disegno di legge sul federalismo fiscale

Il contributo prende in esame i principali aspetti del disegno di legge sul federalismo fiscale presentato dal quarto governo Berlusconi, collocandolo nella più ampia prospettiva dell’evoluzione della finanza territoriale nel quadro della forma di Stato. All’in­terno del testo, verranno valutati gli aspetti gene­rali e le finalità del provvedimento, anche alla luce dei più recenti interventi di governo e Parlamento sulle finanze pubbliche.

La riforma del bicameralismo e il Senato delle autonomie territoriali

Muovendo dai lavori dell’Assemblea costituente, il contributo ricostruisce le principali caratteristi­che del sistema bicamerale italiano, mettendone in evidenza i limiti, soprattutto in ragione del man­cato riconoscimento di effettive forme di rappre­sentanza territoriale nella seconda Camera. Di qui la proposta di una riforma che preveda una rap­presentanza al Senato del sistema delle autonomie territoriali.