Roger Liddle

Roger Liddle

è presidente del Policy Network e della Com­missione New Industry, New Jobs, Universities and Skills del governo britannico.

L'impatto della crisi economica globale sul futuro della socialdemocrazia europea

La crisi finanziaria globale ha rappresentato un paradosso crudele. Molti sono convinti però che essa abbia offerto al­la socialdemocrazia europea una preziosa opportunità di rinnovamento politico. Dopotutto, non è la socialdemocra­zia che ha sempre sostenuto la necessità di un intervento pubblico per contrastare i guasti del mercato? E non ab­biamo da poco fatto esperienza dei peggiori guasti del mer­cato dai tempi della grande recessione? Eppure l’elettora­to europeo stenta a trarre le giuste conclusioni dalla con­giuntura presente, almeno agli occhi dei socialdemocratici.

Protezionismo, populismo e futuro dell'Europa

L’Unione europea sta diventando più protezionista? La risposta a questa domanda va oltre la questione di come viene gestita la politica commerciale dell’UE. Il protezionismo tocca anche questioni relative ai rapporti economici fra gli Stati membri all’interno del mercato unico. Su questo terreno si è manifestata una certa resistenza alle liberalizzazioni, come nel caso dello scalpore suscitato dalla direttiva sui servizi, dell’opposizione ad alcune importanti fusioni societarie a livello transnazionale, e dell’uso propagandistico della nozione di patriottismo economico. Tutto ciò si inquadra in una reazione più generale contro l’apertura dei mercati, in cui si inserisce uno scetticismo crescente nei confronti dell’allargamento e l’allarme provocato dalla prospettiva della libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione allargata. Il populismo, sia di destra che di sinistra, è alimentato da timori diffusi nei confronti della globalizzazione, delle liberalizzazioni, dell’allargamento e dell’immigrazione, e molti ritengono che esso abbia avuto un ruolo significativo nella bocciatura del Trattato costituzionale in Francia e in Olanda. Elaborare una risposta progressista a questi fenomeni è oggi un’esigenza pressante, ed è necessario che incoraggi un’apertura non solo dei mercati ma anche delle menti e degli atteggiamenti culturali.

 

Perché all'Europa serve più giustizia sociale

Dalla pubblicazione del Libro bianco di Delors sull’occupazione, l’Europa ha ripetutamente manifestato il bisogno di una «riforma economica». A questo ha fatto seguito l’avvio della Strategia europea per l’occupazione nella seconda metà del 1997, e infine l’approvazione della Strategia di Lisbona, a marzo del 2000, in cui si prometteva di «fare dell’Europa l’area economica basata sulla conoscenza più dinamica e socialmente più inclusiva del mondo entro il 2010». La maggior parte di queste iniziative ha conseguito unicamente un successo parziale. Nei paesi fondatori della Comunità europea l’impatto sulle performance economiche è stato percepito solo in minima parte.