Valeria Costantini e Salvatore Monni

Valeria Costantini e Salvatore Monni

Valeria Costantini è ricercatrice presso l’ENEA-Ente Nazionale Energia Nuove Tecnologie e Ambiente. Salvatore Monni insegna Economia Industriale all’Università degli Studi di Roma Tre.

Le disparità di genere in Italia: un'analisi di sviluppo umano

Il 2 giugno scorso sono trascorsi sessant’anni dalle prime elezioni politiche nelle quali le donne esercitarono il diritto di voto, e tra due anni saranno sessanta anche gli anni della nostra Costituzione. Quella stessa Costituzione che all’articolo 3 ci ricorda il ruolo della Repubblica nel promuovere sia l’uguaglianza formale (comma 1) che quella sostanziale (comma 2) di tutti i cittadini italiani. Ad oggi, purtroppo, le differenze tra gli individui (cittadini e non) nel nostro paese permangono forti. In particolare, le differenze di genere rimangono marcate e presentano per certi versi una dinamica ancora più preoccupante. Nel corso di questa nota si cercherà di leggere le disparità di genere attraverso il nuovo e relativamente recente approccio delle «capacitazioni» o capabilities. Questo approccio, introdotto da alcuni scritti di Amartya Sen alla fine degli anni Settanta e ripreso tra gli altri dalla filosofa statunitense Martha Nussbaum in una chiave più specificamente di genere, cerca di superare un ostacolo teorico che caratterizza le più diffuse teorie degli assetti sociali, quali l’utilitarismo e il liberalismo, ovvero la definizione del problema dell’eguaglianza basata sulla sola misura dell’uguaglianza di reddito o di utilità.

Dal paradigma della ricerca agli obiettivi per il nuovo millennio

Tra il 26 e il 30 gennaio a Davos in Svizzera si è svolto il World Economic Forum, che ha visto come ogni anno la partecipazione dei principali esponenti del mondo finanziario e politico. Al centro dell’agenda molti temi importanti, dal cambio dello yuan cinese con il dollaro e l’euro fino al ruolo della democratizzazione dei media. Ma si è parlato soprattutto di povertà, di paesi poveri e di Africa. Le ricette come al solito non sono mancate, ma la novità da registrare è che anche qui, come accade ormai da qualche anno, accanto alle tradizionali politiche di crescita anche i potenti del mondo hanno iniziato a porre l’accento sullo sviluppo e sulle conseguenti politiche. In particolare, il cancelliere dello scacchiere britannico Gordon Brown ha ribadito che va rispettato l’impegno dei Millennium Development Goals (MDG) e che bisogna oltremodo procedere alla cancellazione totale del debito dei paesi più poveri.