Paolo Naso

Paolo Naso

dirige la rivista «Confronti»

Una laicità incompiuta

La religione è tornata prepotente sulla scena pubblica. Questo il dato che pone una serie di interrogativi sia ai credenti delle diverse tradizioni di fede, sia ai laici. La «cifra» di questo nuovo protagonismo della religione è infatti ambigua. Da una parte,  infatti, si configura come recupero di valori profondi che innervano grandi fenomeni sociali come il volontariato, i movimenti pacifisti e per la giustizia globale, i gruppi di rinnovamento spirituale. Dall’altra, però, la cosiddetta «rivincita di Dio» mostra anche il volto del fondamentalismo, del radicalismo politico e dell’intolleranza di chi si sente portatore di verità esclusive inconciliabili con altri modi di pensare e di comportarsi. Sia che le si considerino due facce della stessa medaglia o che siano recepiti come fenomeni contraddittori ed antagonisti, l’uno e l’altro smentiscono ogni ipotesi di morte della religione e di eclissi del sacro. «Marx è morto, noi non ci sentiamo molto bene, ma Dio non è morto», potremmo dire parafrasando Woody Allen.