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I servizi sociali e le sfide della contemporaneità

La crescente presenza di famiglie unipersonali, la non autosufficienza di anziani e invalidi, l’emergenza abitativa, la disoccupazione giovanile sono solo alcuni dei problemi su cui agiscono i servizi sociali. Il loro aggravarsi fa sì che la richiesta di interventi superi ampiamente la capacità del pubblico di farvi fronte e impone il ricorso, in via sussidiaria, a soggetti diversi, associazionismo e volontariato in primo luogo. Per affrontare al meglio le sfide imposte dai cambiamenti sociali occorre aprirsi alla comunità, lavorare per l’innovazione e individuare nuove forme di organizzazione.

Servizi privi di rilevanza economica e sviluppo del territorio

I servizi privi di rilevanza economica, che godono nel nostro paese di un’impostazione differente rispetto a quella propria del diritto comunitario, sono rivolti soprattutto alla persona e alla promozione della cultura e rappresentano, specialmente in tempo di crisi, un campo importante di sperimentazione di modelli gestionali innovativi. Tanto le ASP, aziende comunali che si muovono nell’ottica di integrare le politiche sanitarie con quelle sociali ed educative, quanto l’economia della cultura, che cerca di intrecciare in maniera feconda politiche territoriali e approccio culturale, dimostrano come questo tipo di servizi riguardi direttamente il rapporto tra cittadino e Stato e tra libertà e autorità.

Il settore idrico tra criticità e ritardi

L’acqua è una risorsa delicata e fondamentale per l’uomo e come tale dovrebbe essere tutelata e preservata. L’emergenza idrica è però una minaccia sempre incombente e richiede da un lato l’adozione di politiche specifiche, dall’altro l’affermazione di una consapevolezza nuova del suo valore, anche in termini economici. Servono norme che incentivino la riduzione dei consumi e degli sprechi da parte dei cittadini-consumatori e che impongano l’adozione di criteri di efficienza, ispirati anche a canoni imprenditoriali, nell’operato degli enti gestori.

Verso il rilancio del trasporto pubblico locale

Pur trattandosi di un settore cruciale, indissolubilmente legato ad altri ambiti – dalla qualità dei servizi ai cittadini al risparmio energetico, dallo sviluppo economico e demografico alla tutela dell’ambiente –, il trasporto pubblico locale non ha conosciuto in questi anni né la piena attuazione dell’integrazione dei servizi, l’introduzione della concorrenza per il mercato e il riassetto organizzativo previsti dal decreto Burlando, né gli investimenti necessari per adeguare infrastrutture e qualità del materiale rotabile. Eppure è stato calcolato che investimenti congrui produrrebbero valore aggiunto e occupazione in un comparto essenziale in un’epoca di crescente urbanizzazione.

Viaggio al termine della "munnezza"

La valorizzazione dei rifiuti urbani, che in Italia è ancora lontana dal realizzarsi pienamente, prevede non soltanto la raccolta differenziata, ma anche degli impianti in cui trattare i materiali e, soprattutto, un mercato finale in cui collocarli, secondo il principio, sempre più diffuso a livello europeo, della responsabilità integrata. L’abbandono della discarica richiede una politica di disincentivo al suo uso, che potrebbe essere condotta, ad esempio, attraverso una tassazione sufficientemente elevata.

Dove va il mondo dei servizi pubblici

Si sta affermando negli ultimi anni un ritorno alla centralità del settore pubblico nella gestione dei servizi pubblici locali. Questo fenomeno riguarda non solo l’Europa, ma investe anche altri paesi industrializzati e in via di sviluppo, e coinvolge prevalentemente (ma non solo) i settori idrico, energetico, dei rifiuti e dei trasporti pubblici. L’aumento dell’efficienza dei servizi e la diminuzione dei costi sono le ragioni principali che spingono alla rimunicipalizzazione e i riscontri positivi in termini di qualità e sostenibilità fanno ritenere che il processo sia solo all’inizio.

Le politiche energetiche europee: rischi di discontinuità e impatti per gli operatori

Il mercato europeo dell’energia, che ricopre un ruolo di enorme importanza strategica, tanto per l’Italia quanto per l’Europa nel suo
complesso, soffre di alcune gravi criticità che ne infirmano l’efficienza, influendo anche sui costi per il consumatore. Andrebbe, soprattutto per quelle fasi della catena del valore più esposte a rischi, come ad esempio la generazione elettrica, ripensata seriamente la sua regolamentazione, mentre per altre fasi, come la vendita di gas ed energia, sarebbe opportuno garantire una effettiva liberalizzazione, senza dimenticare le questioni delle emissioni e degli incentivi alle rinnovabili.

I servizi pubblici locali tra normativa europea e libertà degli stati

La normativa europea in materia di servizi pubblici locali lascia agli Stati libertà di scelta fra gestione pubblica diretta ed esternalizzazione. Sono state, dunque, perlopiù le vicende interne del nostro paese e non il diritto dell’Unione a portare alla formulazione dei vincoli cui il legislatore italiano soggiace oggi. In questo contesto il ruolo che le Autorità indipendenti giocano nella definizione degli obiettivi, nella regolazione e nelle attività di verifica al riparo da interferenze e pressioni è fondamentale.

L'industria dei servizi di interesse generale: le potenzialità di uno sviluppo integrato

I servizi pubblici locali rappresentano un settore cruciale, complesso ed estremamente variegato dell’economia del paese e necessitano, dopo anni di interventi frammentari e disarmonici, di una riorganizzazione ispirata a un approccio strategico al settore, che sia sostenibile in termini economico-finanziari, ambientali e sociali, che soddisfi l’esigenza di integrazione dei principi nazionali con quelli europei e che guardi al comparto da una prospettiva nuova, non più incentrata solo sui temi della concorrenza o delle scelte di affidamento, ma su un efficace approccio industriale.

Proposte per un servizio pubblico e una TV generalista di qualità

Le nuove tecnologie che si stanno facendo strada nel mondo dei media a scapito dei contenuti hanno monopolizzato interessi e investimenti. La televisione, in questo contesto, rischia di divenire uno tra gli ormai molti canali di distribuzione. È urgente, dunque, intervenire per recuperare il tradizionale ruolo che essa, in special modo nel caso del servizio pubblico, ha ricoperto per decenni: quello di portatrice del valore aggiunto della comunicazione e dell’incontro, quello di mediatrice di valori e di spazio per lo scambio culturale e la trasmissione delle identità culturali.