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Così lontani, così vicini: su “Pina” di Wim Wenders

Partendo dal pensiero di Artaud, una riflessione critica sulla parabola descritta dall’estetica di Wenders: dall’immagine del corpo al corpo dell’immagine. In “Pina”, omaggio alla coreografa tedesca Pina Bausch, Wenders ha ripreso i gesti del teatro-danza, e ora questi possono essere guardati come un nuovo alfabeto per decifrare quello che siamo.

Mitologie del corpo anatomico: note a margine di un video di Robbie Williams

Rilevare, mettere in luce alcuni affioramenti vistosi, non tralasciare di cogliere le apparizioni brillanti ma fugaci delle rappresentazioni antiche così profondamente appartenenti al corpo, provare a decostruire i codici su di esso e in esso inscritti e soffermarsi su alcuni momenti precisi della loro migrazione, proprio là dove sembrerebbero linguaggi abbandonati e consegnati all’oblio. Riflettere sui moderni miti che riguardano la corporeità vuol dire interrogarsi su come talune immagini siano migrate attraverso il tempo, attraverso differenti media esteticoculturali e discipline diverse, costruendo una parte del racconto in cui siamo immersi.

Questione di stile, a destra e a sinistra

Da Churchill a Cameron, da Clinton a Bush e Obama, dalla sinistra ex comunista italiana a quella dei paesi dell’Est europeo, senza tralasciare i casi emblematici di Margaret Thatcher e Silvio Berlusconi, innumerevoli sono gli esempi di esponenti politici alle prese con il tentativo di individuare un look coerente con il loro messaggio politico. Esiste ancora uno stile distinto fra destra e sinistra? Esistono codici leggibili da seguire?

Body art: la messinscena del tiranno

Da Erodoto a Plutarco, il pensiero politico antico ha saputo teorizzare il concetto di tirannide, pur subendone spesso il fascino. Senza voler trarre lezione alcuna da un passato tanto remoto, si può constatare che il tiranno può assumere almeno due forme, fra loro opposte: l’homo oeconomicus e l’homo ludens.

Corpulenza e opulenza: la stigmatizzazione del corpo grasso

La connotazione negativa del corpo grasso ha radici profonde; da Ippocrate e Galeno sino ai testi letterari e scientifici dell’Ottocento, la corpulenza è stata sempre associata a vizi quali l’ingordigia e la pigrizia, appannaggio delle classi abbienti. Nel moderno Occidente, invece, l’obesità è condizione propria dei segmenti più svantaggiati della società. Ma, davvero corpulenza non fa più rima con opulenza?

Centopelli: Il tatuaggio fra antropologia e democrazia

Il tatuaggio ha costituito fin dalle origini dell’antropologia culturale un elemento cardine per cristallizzare la distinzione fra popolazioni esotiche che consideravano ovvio e doveroso fare della propria pelle una tavola per iscrizioni e le popolazioni euro-occidentali che rispettavano l’ingiunzione del Levitico «Non farete incisioni nella vostra carne», relegando fra le pratiche devianti qualsiasi forma di dermografia che non fosse contemplata nei rituali di iniziazione riconosciuti. Tatuaggio, piercing, pitture e incisioni corporee segnano questa difficoltà di dialogo fra modi diversi di concepire e vivere il proprio corpo e di fabbricare i rapporti fra sé e gli altri.

La rappresentazione del corpo e della femminilità nella cultura araba

Lo sguardo occidentale sulla figura della donna nei paesi arabi ruota attorno allo stereotipo del sesso debole, vittima silenziosa e sottomessa. Dalla letteratura femminile araba emerge invece che il corpo da simbolo dell’oppressione si è trasformato in punto di partenza di una nuova consapevolezza delle donne.

Il corpo performativo

Da Platone in poi, l’Occidente ha inteso il corpo come altro rispetto all’anima, una sorta di simbolo della finitudine umana. Tuttavia esso è molto di più: oggetto e soggetto di rappresentazione, nonché luogo di mediazione e conflitto, il corpo «è il primo e il più naturale strumento dell’uomo»; è attore e spettatore di se stesso.

Corpi, immagini, mode

Nata tra il primo e il secondo Romanticismo come medium espressivo della personalità e dell’appartenenza di classe, la “moda” ha attraversato il Novecento e, dopo l’utopica “liberazione” stile anni Sessanta, in un mondo mediato dalle immagini il suo dettato è diventato uniforme. Ma, che cos’è oggi la moda e come si relaziona con il corpo e con l’immagine?

Corpo e genere dell’immagine nella letteratura contemporanea

Nella pervasività incontrastata dell’immagine che domina la nostra società almeno da cinquant’anni, si consuma costantemente una duplice aggressione: al corpo e alla parola. Attraverso alcuni snodi della narrativa del secondo Novecento, si verifica in che modo la letteratura attesti la dissoluzione della forma simbolica del corpo femminile, a favore della discontinuità e del frammento: contro l’immagine reificata, si afferma un problematico discorso del corpo, ormai oltre il genere.

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