Italianieuropei 4/2015
Italianieuropei 4/2015

Agenda

Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

Focus

Da al Qaeda all’IS, metamorfosi del terrorismo

In questo numero

Nonostante sia ampiamente diffusa la consapevolezza di quanto importante sia sfruttare al meglio le potenzialità dell’innovazione tecnologica e digitale, l’Italia è indietro in tutte le classifiche europee relative all’utilizzo di internet, alla digitalizzazione dei processi, alla dotazione di infrastrutture digitali.

il Sommario

gli Articoli

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

Presente digitale

of Enza Bruno Bossio

In un futuro che, per molti aspetti, è in realtà già presente, il digitale costituisce il perno intorno al quale ruota l’intera economia. In questa quarta rivoluzione industriale, se si escludono alcune esperienze straordinarie ma isolate, l’Italia non c’è, o assiste da bordo campo. Indietro sul fronte della connettività, della domanda di servizi digitali, delle competenze e dell’alfabetizzazione, rischiamo di perdere l’occasione di disegnare una diversa geografia economica del paese e di contribuire a tracciare quella dell’Europa.

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

L’internet dei doveri: da infrastruttura a istituzione

of Carlo Alberto Carnevale Maffè

Si parla comunemente di internet dei diritti come di una sorta di estensione dell’ambito in cui questi possono essere fatti valere, sebbene non sia ancora chiaro chi, come e fino a che punto sia in grado di garantirli. Meno noto è il concetto di internet dei doveri, in base al quale la rete può divenire a pieno titolo un’istituzione sociale e di mercato, purché si vada oltre l’approccio individualista e opportunistico con il quale gli utenti hanno finora usato il web. Tuttavia, è evidente che in internet lo Stato non è più in grado di esercitare appieno la sua coercizione legittima e che anzi vi si realizzano delle forme alternati vedi organizzazione sociale per le quali non valgono più le tradizionali regole definite dalla politica. Nonostante questo conflitto di interessi, la politica ha un’opportunità per intervenire positivamente nella formazione di domanda di innovazione al fine di migliorare le efficienze economiche e sociali e di conseguenza la vita dei cittadini.

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

Internet come bene comune: garantire il diritto di accesso

of Sergio Niger

L’uso di internet ha profondamente trasformato il nostro vivere sociale, la nostra visione del mondo e il nostro modo di fare politica, e oggi la rete costituisce un vero e proprio spazio pubblico dove l’utente definisce anche la sua dimensione di cittadino. Tuttavia, il concetto di cittadinanza digitale non può prescindere dal riconoscimento costituzionale del diritto di accesso alla rete e dalla definizione di internet come bene comune. È in questo senso che sembra attualmente indirizzato il dibattito nazionale e internazionale, tanto dottrinale quanto politico. La formulazione di adeguati principi costituzionali dovrà però tenere conto anche di come le diseguaglianze economichee sociali si ripercuotono sulle possibilità di accesso alla rete da parte degli utenti.

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

Il web motore di sviluppo

of Diego Ciulli

Nonostante la spiccata vocazione all’export del nostro sistema produttivo solo una piccolissima parte delle aziende italiane utilizza internet come canale di vendita. Allo stesso modo, in pochi sembrano essere consapevoli del rilevante aumento di produttività che il maggiore utilizzo della tecnologia digitale potrebbe portare all’economia nazionale. Eppure, colmando il ritardo che l’Italia sconta nel percorso di digitalizzazione, si potrebbero generare in tempi rapidi buona crescita e nuova occupazione. Per farlo è però necessario, oltre agli interventi infrastrutturali indispensabili, creare consapevolezza diffusa di quanto il tema sia strategico per l’Italia e riorientare in tal senso il dibattito pubblico.

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

Sviluppare competenze digitali: una priorità strategica nazionale

of Giuseppe Iacono

Tutte le analisi concordano nel ritenere che il possesso diffuso di adeguate competenze digitali sia la chiave di volta per garantire al paese un futuro di crescita e sviluppo democratico e partecipato. A questa apparente consapevolezza non seguono però strategie e fatti adeguati ad affrontare una sfida di tale importanza e portata. Il tema rimane marginale nel dibattito e si scontra sovente con osservazioni che tradiscono superficialità di analisi ed eccessiva semplificazione dei processi. Occorre prendere rapidamente atto che il superamento dell’analfabetismo digitale della popolazione è una vera emergenza nazionale e mettere di conseguenza in campo tutti gli interventi necessari a contrastare il fenomeno.

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

Per una cultura digitale patrimonio di tutti

of Franco Patini

La scarsa propensione all’innovazione, sia nella pubblica amministrazione che nelle imprese, ha tra le sue ragioni la assai limitata diffusione della cultura digitale. Nel mondo di oggi, invece, e ancor di più inquello di domani, serve che tutti i lavoratori siano dotati di una spiccata attitudine al cambiamento, della consapevolezza che il digitale può essere una leva formidabile da utilizzare in tal senso e delle competenze digitali adeguate a mettere in atto il cambiamento. La cultura digitale deve per questo diventare patrimonio di tutti, in particolare dei giovani, e affinché ciò sia possibile è necessario mettere in campo un’azione formativa capillare, a cominciare dalla scuola.

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

Smart city, smart citizen

of Carlo Mochi Sismondi

Nel linguaggio politico corrente l’espressione “smart city” viene spesso utilizzata per indicare tutti i possibili desiderata relativi al contesto urbano, spesso avendo solo un’idea vaga degli ambiti in cui si muove una smart city e, soprattutto, con una scarsa consapevolezza del ruolo strategico che le città svolgono oggi in campo sia economico che sociale. Eppure oggi come non mai c’è bisogno che i diversi attori mettano a sistema le proprie pratiche per convergere su modelli efficaci e progetti cantierabili che imparino dalle esperienze internazionali virtuose e che permettano al nostro paese di recuperare il gap digitale e culturale che ci spinge in fondo in tutti i ranking sull’innovazione. In questi ultimi mesi qualcosasi sta lentamente muovendo e ci sono gli elementi per guardare con attenzione alle prospettive delle politiche per le comunità intelligenti.

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

Quale coordinamento per le infrastrutture delle telecomunicazioni?

of Piero De Chiara

È in corso, in questi anni, un cambiamento epocale nel processo di trasmissione dei contenuti audio e video, che vede sostituirsi al tradizionale modello circolare una distribuzione a rete, in cui contano i fili e ancor più i nodi. Questo cambiamento avrà implicazioni economiche e sociali rilevanti e molteplici, che impongono una gestione attenta delle trasformazioni in atto. A chi spetta, tra i tanti attori coinvolti, il ruolo di guida di questo processo?

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

La cybersecurity: Una priorità dell’universo digitale

of Rocco Mammoliti

La digitalizzazione sta mutando il nostro modo di vivere, di rapportarci con la società, di organizzare il lavoro e i processi produttivi. Non c’è oggi attività o servizio che non sia fruibile attraverso la rete e in completa mobilità. Se tutto questo da un lato consente di ottenere vantaggi in termini economici e di tempo, dall’altro accresce l’esposizione a nuove forme di rischio, ad attacchi informatici, al pericolo di vedere sottratti informazioni e dati sensibili, minando così la fiducia del cittadino-utente nella sicurezza dei servizi digitali. In tale scenario diventa vitale dotarsi degli strumenti necessari a garantire la sicurezza dell’intero sistema.

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

Il nuovo paradigma economico della sharing economy

of Marco Mistretta

Complice la crisi economica e grazie all’indispensabile supporto offerto dalle nuove tecnologie e dall’internet delle cose, si sta progressivamente affermando, anche in Italia, la sharing economy: un fenomeno economico e sociale che, fondandosi su dinamiche collaborative e su un innovativo  approccio alla fruizione di beni e servizi, spinge verso un diverso equilibrio tra mercato, Stato e società in cui progressivamente i mercati cedono il passo alle reti, la proprietà diviene meno importante dell’accessibilità e si afferma il cittadino smart, allo stesso tempo fruitore e produttore di servizi.

Agenda. Evoluzione digitale, rivoluzione culturale

Car sharing e sharing economy: il caso di car2go

of Gianni Martino

Da anni, ormai, la popolazione mondiale tende a concentrarsi all’interno o nei pressi dei centri urbani, esprimendo una crescente domanda di mobilità e rendendo inadeguata l’offerta tradizionale in materia di trasporti. Dall’intersezione di questa evoluzione delle esigenze dei cittadini con i risultati dei progressi della tecnologia digitale e con gli effetti di un mutamento culturale che privilegia l’accesso rispetto al possesso scaturiscono il successo della sharing economy e l’affermazione, anche in Italia, di un diffuso servizio di car sharing.

 
Focus. Da al Qaeda all’IS, metamorfosi del terrorismo

Europa, una strategia comune contro il terrorismo

of Andrea Manciulli

Il terrorismo di matrice jihadista è oggi legato soprattutto a due organizzazioni, al Qaeda e lo Stato Islamico. A ben guardare, per quanto siano entrate in competizione tra loro, esse sembrano perseguire, mediante strategie profondamente diverse, il medesimo obiettivo, ovvero la costituzione di un nuovo ordine mondiale che sia costruito attorno a un califfato, in cui dimensione statale e dimensione confessionale coincidano, e che sia in grado di opporsi al mondo occidentale. Questo obiettivo, oggi abbracciato anche dall’IS, era stato delineato già da Osama Bin Laden, il quale aveva tracciato anche la strategia e le tappe attraverso cui perseguirlo. I paesi occidentali e l’Europa in particolare non sono però ancora stati capaci di elaborare una politica comune per far fronte a questo lucido disegno.

Focus. Da al Qaeda all’IS, metamorfosi del terrorismo

Dalla resistenza afgana ad Abbottabad: trenta anni di qaedismo

of Elisa Giunchi

Com’è ormai noto, le radici di al Qaeda vanno ricercate nella rivolta afgana contro l’occupazione sovietica e negli aiuti forniti ai mujaheddin dagli USA e dai suoi alleati nella regione. Il ritiro dei sovietici, vissuto dalla resistenza come una vittoria del jihad sull’occupante infedele, indusse il fondatore dell’organizzazione terroristica, Osama Bin Laden, a lasciare l’Afghanistan, espandere i propri obiettivi – ovvero ingaggiare altri jihad contro l’Occidente e i governi apostati – e diversificare finanziamenti e strumenti di lotta, attraverso un network di organizzazioni affiliate. A differenza dello Stato Islamico, la rete qaedista, che negli anni si è sfaldata e ha perso sostegno, non si è radicata sul territorio e non ha sviluppato una propria teoria statuale.

Focus. Da al Qaeda all’IS, metamorfosi del terrorismo

Da gruppo terroristico a sedicente Stato: origini ed evoluzione dell’IS

of Andrea Plebani

Anche se lo Stato Islamico sembra essere balzato all’onore delle cronache appena un anno fa, le sue radici affondano nelle trasformazioni e fusioni che hanno interessato i gruppi jihadisti attivi nell’Iraq occupato dalle forze della coalizione internazionale a partire dal 2003. Al suo leader, al-Baghdadi, il “merito” di aver rifondato e rilanciato l’ISI, poi confluito nello Stato Islamico, intercettando il diffuso mal contento dei sunniti iracheni nei confronti del governo filo-sciita di al-Maliki e portando successivamente il Daesh a una serie considerevole di successi militari, che gli hanno permesso di estendere il controllo su aree sempre più ampie di Iraq e Siria. L’autoproclamato califfo ha alzato però la posta in gioco rispetto ai predecessori e alle altre organizzazioni terroristiche dichiarando che l’obiettivo non doveva essere tanto la lotta al regime di al-Assad, quanto la costituzione di un’inedita entità sopranazionale che avrebbe ridisegnato i confini regionali.

Focus. Da al Qaeda all’IS, metamorfosi del terrorismo

Matrici e affiliazioni del terrorismo islamico in Africa

of Alessandra Sasso

Il panorama dei gruppi terroristici di matrice islamica nel continente africano è piuttosto variegato e si articola in una serie di organizzazioni di ispirazione qaedista, come Al Qaeda nel Maghreb islamico, o che hanno giurato fedeltà allo Stato Islamico, come Boko Haram in Nigeria. Nonostante il fine comune della rigida applicazione della shari‘a nei territori controllati, l’affiliazione, l’evolversi delle strategie e la sempre crescente spettacolarizzazione della violenza, mutuata dall’IS, queste organizzazioni non dipendono da una leadership centralizzata e hanno per lo più obiettivi limitati al contesto locale. Ciò tuttavia non ne attenua la pericolosità.

Focus. Da al Qaeda all’IS, metamorfosi del terrorismo

Jihadismo da tastiera o militanza violenta: il fenomeno in Italia

of Lorenzo Vidino

La scena jihadista italiana ricalca, in scala notevolmente ridotta, dinamiche di radicalizzazione e mobilitazione già presenti in altri paesi. Anche in Italia si sta delineando una nuova generazione di estremisti islamici, non inseriti in organizzazioni strutturate, che tende a operare al di fuori delle moschee e che nella maggior parte dei casi traduce la propria azione in un’attività su internet, mirata soprattutto a pubblicaree diffondere materiale che spazia dal puramente teologico all’operativo. Solo di rado si sono riscontrati casi di aspiranti jihadisti che hanno lasciato il paese per unirsi a un jihad o che pianificavano un attentato. Il fenomeno, tuttavia, sembra essere pericolosamente in crescita.

Focus. Da al Qaeda all’IS, metamorfosi del terrorismo

Foreign fighters, identikit dei volontari in Siria e Iraq

of Claudio Neri

È noto che il fenomeno dei foreign fighters è tutt’altro che nuovo. Tuttavia esso ha avuto un incremento e un’accelerazione notevoli negli ultimi anni e in particolare nel conflitto che si sta consumando fra Siria e Iraq. È difficile reperire dati su questo tema, ma sembra esserci consenso sul fatto che la maggior parte dei volontari che lasciano il loro paese per andare a combattere nel teatro di guerra siro-iracheno proviene da paesi mediorientali, soprattutto Tunisia e Arabia Saudita, e confluisce in modo particolare nei gruppi combattenti di Jabhat al-Nusra e dello Stato Islamico. L’aver preso parte a un conflitto civile non fa però automaticamente di un foreign fighter un terrorista.

Focus. Da al Qaeda all’IS, metamorfosi del terrorismo

La vocazione jihadista dei foreign fighters e la risposta dell’UE

of Sandro Menichelli

Se la cronaca e le inchieste giornalistiche ci hanno reso familiari termini quali jihad, califfato, foreign fighters, permane il problema di comprendere a fondo le ragioni di chi, pur cresciuto nelle società europeee secondo i loro valori, sceglie la strada del terrorismo. Come èpossibile elaborare una efficace strategia di prevenzione e contrasto di questi fenomeni, a livello sia nazionale che europeo, senza prima capire chi sono queste persone e perché siamo divenuti loro bersagli? E ancora, cosa si può fare e, soprattutto, cosa si sta facendo a livello europeo e nazionale per combattere il fenomeno?

Focus. Da al Qaeda all’IS, metamorfosi del terrorismo

I limiti del cyberterrorismo

of Manuel R. Torres Soriano

Nonostante la percezione generalizzata sul pericolo costituito dal cyberterrorismo e la minacciosa propaganda jihadista, i gruppi terroristici non sembrano possedere le risorse – umane, economiche, tecnologiche –per condurre una cyberguerra. Né sembra che tale situazione possa evolvere nel tempo in favore di una maggiore capacità di attacco cibernetico da parte dei mujaheddin. Ciò non toglie però che azioni compiute sul web, soprattutto se ripetute e attuate contro obiettivi simbolici, possano avere un enorme impatto emotivo amplificando la reale portata del pericolo.

Dizionario Civile

Profugo

of Roberto Zaccaria

Nei diversi dizionari il termine “profugo” ha un significato abbastanza convergente che deriva dalla sua etimologia latina (pro fugere – fuggire via o cercare scampo) e che non è troppo distante dal significato che si ritrova nel linguaggio corrente e atecnico. Si definisce profugo, comunemente, colui che è costretto ad abbandonare la propria terra, il proprio paese, la propria patria, in seguito a eventi bellici o militari, a persecuzioni politiche, religiose, razziali oppure per effetto di calamità naturali. Il profugo per antonomasia dell’antichità è stato Enea e questo riferimento già definisce il perimetro essenziale della parola.