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La scuola, il tempo e le liberalizzazioni nel n. 3/2012

Maltrattata, sotto finanziata, stigmatizzata per il suo non essere al passo con i tempi, sia nelle metodologie d’insegnamento che per i contenuti trasmessi, attaccata da più parti per il suo orizzonte laico, nazionale e pubblico, la scuola è ancora, nonostante i suoi tanti problemi, il luogo di resistenza della democrazia, in cui si forma la coscienza critica dei cittadini del futuro e si svilupperanno i modelli di comportamento del tempo che verrà.

Liberalizzazioni: si sarebe potuto fare di più

Sebbene il decreto Cresci Italia tocchi quasi tutti i settori bisognosi di intervento pro-concorrenziale, le misure previste non sempre si rivelano soddisfacenti. Occorre intervenire su assetti oligopolistici, privilegi e rendite di posizione accelerando sul terreno delle liberalizzazioni, intese nella loro accezione moderna e innovatrice, al fine di rendere più dinamica l’Italia e liberare risorse a sostegno della crescita economica e sociale.

Liberalizzazioni: il bicchiere è mezzo pieno!

Nonostante alcuni motivi di insoddisfazione, il giudizio complessivo sulle misure del decreto liberalizzazioni, in particolare quelle su gas, trasporti e servizi pubblici locali, appare positivo. Si tratta di un primo passo nella direzione giusta, che però ha già sollevato una levata di scudi: piuttosto che lamentarsi di quanto manca nel decreto bisogna augurarsi che quello che c’è venga effettivamente attuato e che si continui sulla strada delle liberalizzazioni.

Opache trasparenze della liberalizzazione

Il disegno di legge A.S. 3110/2012 fornisce strumenti utili a rompere l’integrazione verticale dell’operatore unico delle industrie a rete. Tali mezzi non sono però da soli sufficienti. Si impone pertanto che lo Stato si riappropri del ruolo di architetto di sistema e di controllore dell’osservanza delle regole per un progresso a beneficio di tutti.


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