Nella storia recente del nostro paese federalismo e berlusconismo si sono sovrapposti, a tratti avvicendati, nel tentativo di dare una risposta corporativa ai problemi dell’Italia. Che ne sarà del federalismo dopo Berlusconi? Continuiamo con Stefano Fassina la riflessione sul federalismo avviata dall’articolo di Vasco Errani.
Parlare di federalismo e praticare un forte centralismo: questo si sta facendo oggi nel nostro paese.
Nonostante gli equivoci che a volte si annidano dietroil cosiddetto federalismo fiscale, la legge delega rappresenta un significativo tentativo di ripresa del processo di attuazione del Titolo V della Costituzione, caratterizzato da un procedimento sufficientemente equilibrato tra governo, Parlamento e autonomie territoriali. Rimane invece qualche perplessità rispetto al conseguimento di quella fondamentale funzione di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario che anche la Corte costituzionale ha individuato come premessa per l’effettiva attuazione dell’autonomia finanziaria degli enti territoriali.
Nella scelta italiana a favore dello Stato regionale e ora a favore del federalismo un ruolo determinante ha avuto il sistema politico. Nel nostro paese, infatti, il processo federale, svolto per dissociazione, è stato in gran parte governato o in qualche misura condizionato dai partiti. Negli anni Settanta e nel corso degli anni Novanta il sistema dei partiti ha utilizzato la “periferia” per rivitalizzare se stesso o, comunque, per “delocalizzare” la crisi che lo avvolgeva.
Puoi acquistare il numero 1/2024
Dove va l'Europa? | L'approssimarsi del voto per il rinnovo del Parlamento europeo impone una riflessione sulle proposte su cui i partiti e le famiglie politiche europee si confronteranno | Leggi tutto