Boko Haram, genesi ed evoluzione di un movimento: le relazioni con lo Stato Islamico

Written by Alessandra Sasso Friday, 20 March 2015 11:54 Print
Boko Haram, genesi ed evoluzione di un movimento: le relazioni con lo Stato Islamico Foto: Carmen McCain

Nonostante l’adesione di Boko Haram allo Stato Islamico, dettato anche da ragioni di opportunità mediatica, e il comune uso della violenza incondizionata quale strumento di lotta e di propaganda, esistono profonde differenze fra il regime terroristico africano e quello mediorientale.


Il movimento fondamentalista sunnita Boko Haram sta minacciando la Nigeria, prima economia del continente e top player nella scena geopolitica africana, a tal punto da far slittare le elezioni previste per metà febbraio per motivi di sicurezza. Lo stesso movimento il 7 marzo scorso ha espresso la volontà di aderire alla causa dello Stato Islamico con una dichiarazione di fedeltà al califfo. Gli attacchi e i disordini sono all’ordine del giorno nel Nord del paese e hanno lasciato alle loro spalle migliaia di vittime, in maggioranza cristiani e membri delle forze di sicurezza.


Che cos'è Boko Haram? Quale ruolo ricopre nell’intricato scenario del jihad internazionale?

Il movimento ha fatto proprie le ideologie salafite ispirate al wahhabismo saudita che evocano un ritorno alla purezza dell’Islam. La sua nascita può essere letta come espressione del malessere sociale vissuto dal Nord del paese a causa dell’esclusione dal potere politico e dalla redistribuzione della ricchezza derivante dallo sviluppo economico.

Al radicalizzarsi del rifiuto nei confronti delle politiche statali di modernizzazione ha contribuito la percezione da parte delle popolazioni locali di una mancata trasparenza nella gestione pubblica. Forte dell’appoggio di Al Qaeda e sull’onda del successo dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS), Boko Haram ha ampliato e internazionalizzato la portata delle sue attività. Ne sono un esempio l’annuncio da parte del leader di Boko Haram Abubakar Shekau della nascita di un “califfato islamico” nell’agosto 2014 e il recente endorsement nei confronti di ISIS con il giuramento di fedeltà al califfo Abu Bakr al-Baghdadi.

In un crescendo di attentati sempre più violenti, il movimento è arrivato a estendere de facto la propria influenza all’interno di porzioni sempre più vaste di territorio, tanto da rappresentare una seria minaccia per gli stati confinanti. Ciad, Camerun e Niger, in seguito all’appello del governo di Abuja, hanno ingaggiato un’offensiva per limitare l’avanzata dei jihadisti nigeriani verso i propri territori.


Boko Haram e ISIS: similitudini e differenze

L’evoluzione delle attività di Boko Haram ha portato a un confronto sempre più frequente tra i due movimenti sunniti, evidenziandone una serie di aspetti comuni. In primo luogo l’ideologia che riconosce l’uso di della violenza incondizionata come mezzo di propaganda. ISIS, dal canto suo, acquista legittimazione dall’alleanza con Boko Haram espandendo la propria sfera d’influenza, perlomeno formale, fuori dal Medio Oriente.

A livello mediatico, il risultato della partnership tra i due movimenti è di ampia portata. L’effetto propaganda fa sì che gli aspiranti jihadisti impossibilitati a raggiungere il Medio Oriente possano essere potenzialmente dirottati verso la Nigeria. Allo stesso tempo Boko Haram, forte del supporto tecnico di ISIS, gode di un’esposizione che mai aveva vissuto prima d’ora; il movimento nigeriano sta raffinando le proprie tecniche di comunicazione adeguandole a quelle del califfato siro-iracheno, alimentando così la strategia della tensione mediatica messa in pratica dallo Stato Islamico.

A prescindere dalla logica di restaurazione del califfato e sebbene entrambi siano portatori delle interpretazioni estreme dell’Islam, gli approcci di Boko Haram e ISIS si proiettano in due direzioni distinte. Il primo, nato da pulsioni interne al tessuto sociale statale derivanti dall’emarginazione nel processo politico ed economico, si è sempre contraddistinto per una lotta religiosa di carattere interno, senza rivendicazioni all’interno della umma. ISIS, al contrario, fa dell’espansione del califfato e della lotta contro l’Occidente il proprio cavallo di battaglia, proponendosi come punto di riferimento del mondo sunnita e cercando il riconoscimento del suo potere politico.

La disomogeneità dell’azione di Boko Haram non può invece essere paragonata all’impostazione dello Stato Islamico, in termini politici, economici o militari. Boko Haram, oltre a non poter contare su un ingente afflusso di combattenti internazionali, non dispone di canali di finanziamento regolari; la sua sopravvivenza è legata alle donazioni esterne e alle entrate derivanti dagli atti predatori perpetrati sul territorio nigeriano.

ISIS, al contrario, esercita un controllo del territorio tale da permettergli di finanziarsi attraverso i circuiti bancari e il mercato del petrolio iracheno. Anche da un punto di vista militare le due entità non possono essere paragonate. L’azione di Boko Haram è stata prevalentemente di tipo asimmetrico, con azioni di guerriglia condotte a bassa intensità e contro obiettivi irregolari.[1] ISIS dispone di un esercito di 30.000 uomini impegnato in campagne militari contro eserciti regolari in Iraq e Siria.

L’attenzione dedicata all’adesione di Boko Haram al califfato ha allontanato i riflettori dalle ultime sconfitte militari di ISIS in Iraq e Siria e di Boko Haram ai suoi confini settentrionali, fungendo da catalizzatore della propaganda jihadista. In conclusione, sebbene ci si trovi dinanzi ad un avvicinamento di tipo simbolico e ideologico e Boko Haram si sia dimostrato un’entità in continuo mutamento, non vi sono elementi che possano far sostenere la tesi di un rafforzamento effettivo della cooperazione di tipo politico-militare tra i due movimenti.

 


Foto:  Carmen McCain



[1] I recenti attacchi da parte di Niger, Camerun e Ciad hanno fatto registrare delle sconfitte tra le fila dei terroristi nigeriani, a prova del fatto che le capacità militari di Boko Haram abbiano un raggio limitato.

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