Il futuro dei trasporti nel Mediterraneo: il RTAP 2014-2020

Written by Francesco Russo Friday, 26 September 2014 15:11 Print

Giunto a conclusione il Piano di azione per i trasporti per la regione del Mediterraneo 2007-2013, sul quale, purtroppo, si sono registrati risultati inferiori alle attese, si è aperta la fase di elaborazione del piano per il quadriennio 2014-2020, che culminerà con la sua approvazione nel 2014. È inoltre in discussione il piano di azione per l’autostrada Trans Magreb, uno degli assi più importanti della Rete Trans-Mediterranea dei Trasporti che dovrebbe essere approvato nella Conferenza di Lisbona il prossimo Ottobre. Come intende muoversi l’Italia in vista di questi appuntamenti?

Il Mediterraneo è sempre più centrale. L’attenzione viene posta sugli sbarchi degli immigrati e sugli scenari di guerra nella sua sponda Sud. Accanto a questi temi drammatici ve ne sono altri ai quali l’UE pone attenzione, ma che sono in Italia trascurati, pur essendo importanti per il paese e per gli scenari di pace: il tema degli scambi commerciali nel Mediterraneo e quello dei trasporti che ne costituisce uno dei presupposti. L’Italia è il primo paese per scambi nel Mediterraneo, e ha un import decisamente superiore all’export, a differenza degli altri membri dell’UE, che hanno una bilancia commerciale in attivo o muovono risorse modeste. Gli scambi si basano anche sulla qualità del sistema dei trasporti, e le merci possono essere tanto più esportate (contribuendo a coprire la differenza import-export) quanto più i trasporti sono efficienti ed efficaci. Ne dovrebbe seguire un’attenzione notevole.

 

Gli ultimi anni nel Mediterraneo, il lancio del RTAP 2007-2013

L’Unione europea, già a partire dal Trattato di Maastricht (1992), punta a una rete comune per i trasporti. Nello stesso 1992 l’UE proponeva di estendere la rete verso i paesi dell’Est. Verso Sud, il processo è iniziato a Barcellona nel 1995, la prima conferenza Euro-Mediterranea dei Trasporti è stata organizzata a Marrakech nel 2005, la seconda a Bruxelles nel 2013. A Marrakech i ministri dei Trasporti hanno deciso di implementare un Piano di azione per i trasporti per la regione del Mediterraneo (Regional Transport Action Plan for the Mediterranean Region, RTAP 2007-2013). L’obiettivo è quello di intensificare la cooperazione tra tutti i paesi del Mediterraneo nel campo dei trasporti. Il RTAP prevede azioni in differenti settori dei trasporti (marittimo, stradale, ferroviario, aeronautico) e pone obiettivi sulla condivisione delle regole, sulle riforme, e sulla pianificazione e implementazione di una rete di infrastrutture. Il monitoraggio delle azioni deve essere fatto nell’ambito dell’Euro-Mediterranean Transport Forum con il supporto tecnico della Commissione europea. Questo punto è ritenuto così importante da dedicarvi l’intera azione 34, che viene sintetizzata in “Verso un centro di conoscenza euromediterraneo”. L’Italia, nel 2007, partecipa attivamente alla formazione del RTAP.

 

I risultati del RTAP 2007-2013

Nella Conferenza di Bruxelles (2013) è stato esaminato il rapporto di valutazione del RTAP 2007-2013, da cui sono emersi risultati interessanti. Si richiama il commento all’azione 34 e i suggerimenti per il nuovo RTAP: «Chiarire le relazioni tra le varie strutture tecniche di lavoro (EuroMed, SUfM, CETMO/GTMO) per assicurare un supporto meglio coordinato ai partner mediterranei nell’implementazione del futuro RTAP». Volendo tradurre in modo drastico: c’è confusione tra le strutture e non si cava un ragno dal buco. Questa traduzione potrebbe essere confermata dal fatto che oggi (settembre 2014) si sarebbe dovuto avere già il primo anno di implementazione del nuovo Piano e invece non c’è nemmeno la proposta per il nuovo RTAP. Nel rapporto di valutazione, per parte delle azioni si chiede di mantenerle nel nuovo RTAP; presumibilmente i risultati sono al di sotto delle aspettative. È interessante segnalare l’azione 17, che riguarda «lo sviluppo di piattaforme logistiche nei paesi del Mediterraneo con alta priorità». Viene citato il progetto Logismed predisposto dalla BEI (Banca europea degli investimenti). Il progetto è suddiviso in due parti: una hard per la creazione di piattaforme logistiche (attualmente 5) nei paesi della sponda Sud, e l’altra soft per il trasferimento di conoscenze. Solo nel 2014 è stata scelta la struttura responsabile del progetto ed è stata fatta la gara per il training, che dovrebbe partire nel 2015. Intanto nel 2006 la Cina ha promosso, e ha realizzato, un sistema di piattaforme logistiche e produttive (attualmente 6) in Africa, indicate come Zone economiche speciali.

 

Le prospettive per i prossimi anni, il lancio del RTAP 2014-2020.

Nella Conferenza di Bruxelles (2013), dopo l’esame del vecchio RTAP, i ministri hanno definito le Linee guida per il nuovo RTAP 2014-2020; in esso (come nel precedente) devono essere stabilite azioni concrete sia per convergere verso regole comuni sia per promuovere riforme, sia per sviluppare la Rete Trans-Mediterranea dei Trasporti (TMN T). Nelle Linee guida, pur avendo rilevato problemi gestionali nel primo RTAP, si coinvolgono strutture tecniche senza definire univocamente ruoli e responsabilità. A complicare ulteriormente la situazione, nella Dichiarazione ministeriale si raccomanda il pieno coinvolgimento delle agenzie europee per il nuovo RTAP. Nelle Linee guida viene assegnata priorità allo sviluppo di metodologie, di una base dati, e di un sistema informativo geografico per la descrizione e il follow-up del sistema dei trasporti nella regione del Mediterraneo. Vengono indicate delle priorità tra le quali: rafforzare le risorse umane mediante lo sviluppo di conoscenza e competenze; supportare le valutazioni socioeconomiche nello sviluppo delle strategie per i trasporti, con adeguate iniziative nel campo della ricerca.

 

L’Italia e le azioni per i trasporti nel Mediterraneo

Il processo di integrazione dei trasporti verso Sud, a livello di Unione europea va avanti, ma è assente nell’agenda nazionale. L’Italia sembra partecipare alle decisioni più perché costretta che per volerne essere un motore, come le evidenti condizioni geografiche, e l’intensità degli scambi commerciali richiederebbero. La mancanza di programmazione dei trasporti, nel paese, è un dato di fatto. Il Piano generale dei trasporti e della logistica risale al 2001, in questi quindici anni c’è solo stato l’avvio, nel 2007, di un Piano generale della mobilità per estendere l’attenzione ai trasporti in Europa, nel Mediterraneo, e verso le economie emergenti. A partire dal 2008 i governi che si sono succeduti hanno perseguito una programmazione settoriale, abbandonando l’idea di un piano unitario e integrato. Considerato che non si decide una strategia unitaria per il paese, non si può avere una strategia per l’esterno e non si partecipa, con ruolo importante, alle decisioni relative a tutta l’UE ed al Mediterraneo.

 

Le scadenze decisionali

Il processo, anche decisionale, va avanti. È in discussione il Piano di azione per uno degli assi più importanti della TMN T, che è l’autostrada del Trans Magreb; a ottobre è prevista a Lisbona la Conferenza per l’approvazione del Piano. Entro dicembre 2014 viene approvato il nuovo RTAP, e non ci sono azioni programmate, nemmeno di moral suasion, nei confronti dell’UE, pur essendo nel semestre di presidenza. Nel 2016 si svolgerà la Conferenza dei ministri dei Trasporti dei paesi del Mediterraneo, in cui si verificherà l’avanzamento del RTAP 2014-2020 e si deciderà la rete TMN T.

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